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Stregati da Edipus

Giulietta Mastroianni
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"Edipus” andato in scena al Piccolo Teatro degli Instabili ad Assisi reinterpretato dalla spregiudicata penna di Giovanni Testori è innanzitutto una prova attoriale, il campo liberato dagli appigli della facile seduzione è lasciato alle capacità di un attore in grado di organizzare la scena in autonomia, e di interpretare tutti i personaggi, dal padre re della prigionia e della “civis tebanica”, alla madre Giocasta “incesta”, ad Edipus, esibiti al pubblico in una lingua italica, tra il lombardo e il latino, che suona come uno strumento di comicità gestuale, più che come un canonico mezzo comunicativo. La prova viene superata brillantemente da Eugenio Allegri, interprete degno della storica interpretazione di Sandro Lombardi, capace di veicolare gli accadimenti e gli umori, di mimare il senso, anche quando la parola rimane muta del significante e si perde nella musicalità della partitura scenica, rimanendo sempre presente a se stesso. La storia è quella di un capocomico costretto a rappresentare lo spettacolo da solo, abbandonato dagli altri attori, che insieme, al “ragazzo”, che è lo spirito del teatro, ricorre a travestimenti multipli ed espedienti da addetto ai lavori, nell'andirivieni dal dietro le quinte al proscenio. Edipus è il figlio sciancato, perduto sin dall'inizio, che ristabilisce l'ordine, disfacendolo, come solo possono fare quelli “quelli che hanno da perdere e da crepare” per far sì che ci sia sempre “qualcuno che ha da vincere”. Il testo sembra dunque voler far luce sull'interrogativo principe del teatro, quello del voler svelare i meccanismi artificiali della finzione, per poter narrare la realtà denudandola dagli artefatti della recitazione e della manipolazione della storia, così come è stata pensata. Ed è proprio la parola la chiave che apre la porta della finzione, perché messa in luce, grazie al camuffamento del linguaggio stesso, in quello che dice, ma soprattutto in quello che nasconde, lasciando libera l'evocazione e la trasmissione del senso percepito.