
Ciammarughi e Bovi stregano il pubblico degli Instabili

Assonanze, associazioni mentali, echi lontani, sussurri e intuizioni: c'è tutta l'ampia gamma di sfumature e riferimenti culturali nettamente identitari nel progetto sperimentale del pianista Ramberto Ciammarughi e della cantante Patrizia Bovi presentato nei giorni di domenica e lunedì al Piccolo Teatro degli Instabili di Assisi nell'ambito di un tributo alla memoria di Sergio Piazzoli. Sergino era amico di entrambi i musicisti assisiati per la prima volta insieme, in una relazione molto intima e confidenziale che riservava a un ristretto gruppo di individui legati a lui da una profonda e reciproca stima. Sergio, come ricordato dal palco anche da Patrizia Bovi, era indirizzato per sua vocazione su altri versanti della musica (si sedeva sempre nelle ultime file del teatro) ma la sua competenza in materia sapeva indirizzarlo là dove sussiste contestualmente arte e bellezza. Due parole magiche a cui Ciammarughi a Bovi hanno fatto ampio riferimento nel loro sperimentalismo ricolmo di una grazia e di una profondità che hanno stregato il pubblico degli Instabili. Un ossimoro in fin dei conti, o se si vuole la ricontestualizzazione della ricchissima esperienza degli studi filologici di Patrizia Bovi che ha formato il suo solido background con l'Ensemble Micrologus nell'ambito della musica medievale e rinascimentale in un'amplificazione sonora, un quadro musicale tessuto ad arte dal pianismo di Ciammarughi. Ossimoro, si diceva. Perché tutto scaturisce dalle note del piano jazz-orientato di Ciammarughi (là dove per jazz è da intendersi tutto quel che non trova un'altra specifica definizione secondo quanto asserisce Alessandro Baricco in Novecento), quindi in un'atmosfera estremamente ampia molto spesso ricca di una strutturazione a bordone che ha incontrato le più autentiche radici culturali della musica di vari Paesi, dalla Spagna, all'Inghilterra, passando per Napoli proposte a riferimento dalla Bovi. Ne è scaturito Terre, dal titolo del progetto, un gramelot musicale ricchissimo di nuovi spunti di ispirazione e arricchito ulteriormente dai vocalizzi sinusoidali di Patrizia Bovi perfettamente a suo agio sui registri bassi così come sugli acuti. La storia, ricca di riferimenti folk e tradizionali, ha assunto dunque un'allure archetipica, l'arcaicità dialoga con la musica contemporanea perché in fin dei conti va a comporre la stratificazione culturale che risiede in ognuno di noi. Perché la musica non ha barriere né fisiche né temporali. Patrizia e Ramberto lo hanno dimostrato, in omaggio alla memoria di Sergino.