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Drolè, vita in fuga: dall'inferno della guerra al sogno Perugia

Nicola Uras
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Sabato contro il Cesena il difensore Perico non sapeva più come fermarlo, gli scappava via da tutte le parti. Normale per chi, fuggire, significa vita. Speranza. Sogno. Jean Armel Drolè - il nuovo asso del Grifo - non è un ragazzo che ha vissuto felicemente i suoi diciotto anni. Niente di spensierato, anzi. Tanta sofferenza ma anche tanta voglia di conquistarsi una chance nonostante ostacoli e traversie non siano mancati. Jean è nato in un caldissimo agosto del 1997 in Costa D'Avorio. Piena Africa, un continente favoloso ma sfortunato. Perché spesso miseria e guerre civili vanno a braccetto come nello stato d'origine di Drolè dove i focolai della sanguinosa guerriglia che ha imperversato dal 2002 al 2011 non si accennano a spegnersi, sono sempre vivi. E da questa terra - orfano di entrambi i genitori - Jean è fuggito. Ha raggiunto la costa africana bagnata dal Mediterraneo e ha salutato il suo passato per abbracciare un futuro diverso, sognandolo migliore. Non si sa come ma è arrivato sino a Palermo. E il capoluogo siciliano è stato la sua fortuna, la sua terra promessa. Ma anche la sua nuova famiglia e la grande opportunità. Scalzo e visibilmente sottopeso, così lo ha casualmente incontrato Massimo Tutrone. La fortuna di Jean. Perché Massimo prima di tutto è uno generoso, gli chiede come mai si trovi a Palermo e dall'altra parte si sente rispondere solo con una parola “pallone”. Così Massimo ha preso sotto la sua ala protettiva Jean, lo ha prima affidato ai salesiani e poi adottato. Quindi lo ha accolto nella scuola calcio che dirige, il Tieffe Club, società giovanile palermitana legata come Academy alla Juventus. E Drolè oltre la spiccata intelligenza - che gli ha permesso di imparare velocemente l'italiano oltre al francese e all'inglese - dimostra subito una bella predisposizione per il calcio. Insomma un piccolo diamante da sgrezzare con cura ma potenzialmente fenomenale grazie al suo spunto velocissimo. Tutrone e il suo staff si applicano e gli fanno capire l'importanza di saper giocare con la squadra. E soprattutto creano i presupposti per una grande, grandissima, immensa chance: la Juventus. Un primo provino, poi un secondo. Non convince del tutto. Ma Tutrone ha mille risorse e un'altra interessante conoscenza: Marcello Pizzimenti. I due ne parlano, l'attuale diesse biancorosso relaziona la situazione a Roberto Goretti e insieme ne discutono con Massimiliano Santopadre. E la chance a Drolè gliela dà il Perugia. Drolè arriva a Pian di Massiano e si impegna come mai. Sa ascoltare. I tecnici delle formazioni giovanili lo aiutano, Massimo Roscini e Valeriano Recchi cercano di affinarlo perché lo stile non è il massimo, Piero Lombardi gli propone sedute supplementari di battimuro. E Andrea Camplone lo fa allenare con la prima squadra. Le qualità atletiche ci sono tutte. Così il Perugia fa partire l'iter per il tesseramento. La burocrazia è estenuante ma alla fine, dopo il diciottesimo compleanno a metà agosto, Drolé diventa a tutti gli effetti un giocatore del Perugia. Contratto di cinque anni a salire partendo dal minimo federale. Una scommessa? Qualcosa di più perché nel frattempo sulla panchina del Grifo arriva Pierpaolo Bisoli che lo coinvolge pienamente. Due reti in amichevole alla Fermana e poi l'esordio in Serie B: 15' con il Pescara, 30' con lo Spezia e la gara da titolare con il Cesena dove ha fatto ammattire Perico sfiorando anche il gol. Sterzate, sgasate con la palla magari controllata in maniera un po' arruffona, ma incisiva. Il Perugia crea pericoli grazie alle sue velocissime gambe e non vince solo per pochi centimetri. Di sicuro ha trovato un potenziale asso. E da perfetto sconosciuto il suo cognome inizia a circolare negli ambienti. Al Curi era presente un osservatore dello Zenit San Pietroburgo appositamente per studiarlo. “Non ha fatto il settore giovanile - ha raccontato a tuttomercatoweb il suo procuratore, Claudio Mossio - ha praticamente iniziato dalla Serie B, gli spazi per crescere non mancheranno. Un conto è allenarsi ma non poter giocare, un altro è poterlo fare come adesso. E' un ragazzo intelligente e di lui sono molto orgoglioso. E' tutto merito di Tutrone che gli ha dato un posto dove dormire e da mangiare”. E ora anche un po' del Perugia. Non fermarti Jean, corri più veloce che puoi, il sogno può diventare realtà.