
Covid, l'Oms: "Mai così vicini alla fine della pandemia". I morti a livello di marzo 2020

La fine della pandemia si sta avvicinando giorno dopo giorno. Del resto, i numeri non mentono e mai come in questo ultimo periodo sia i nuovi positivi, sia le ospedalizzazioni, sia i decessi stanno calando. Ma è proprio questo ultimo dato che fa essere speranzosi gli esperti. Il numero dei morti per Covid infatti, in tutto il mondo, è sceso la scorsa settimana al livello più basso dal mese di marzo 2020. Ovvero da quando il Covid si è affacciato in tutto il mondo e nazioni come l'Italia, ad esempio, sono entrate nel tunnel del lockdown. Nel dettaglio, il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in un briefing a Ginevra, ha spiegato che "la scorsa settimana, il numero di decessi segnalati a causa di Covid-19 è stato il più basso da marzo 2020. Non siamo mai stati in una posizione migliore per vedere la fine alla pandemia. Non l’abbiamo ancora raggiunto, ma l’obiettivo è vicino".
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"Ora è il momento di correre più forte e assicurarci di superare il nastro del ’finish’ e raccogliere i frutti di tutto il nostro duro lavoro - ha proseguito il direttore dell'Oms - Se non cogliamo questa opportunità ora, corriamo il rischio di più varianti, più morti, più interruzioni" di attività "e più incertezza. Quindi cogliamo questa opportunità. Dalla vigilia di Capodanno 2019, e da allora ogni giorno, l’Oms ha lavorato senza sosta per avvertire il mondo e per fornire ovunque alle persone gli strumenti necessari per rimanere al sicuro, per salvare vite e mantenere le società funzionanti. Abbiamo aiutato i Paesi a costruire impianti di ossigeno e centri di trattamento. Abbiamo spedito milioni di mascherine, camici, test, vaccini e altro ancora nei Paesi che ne avevano bisogno, in tutto il mondo", ripercorre il Dg dell’agenzia Onu per la salute. "Medici, infermieri e operatori sanitari si sono affidati alle linee guida dell’Oms per proteggersi e curare i propri pazienti. Abbiamo consigliato ai Governi come trovare il giusto mix di misure di salute pubblica. Con i nostri partner in Covax" la piattaforma che punta a garantire ampio accesso ai vaccini Covid anche nelle aree a basso e medio reddito del mondo, "abbiamo consegnato più di 1,7 miliardi di dosi di vaccino in tutto il pianeta" e i Paesi poveri "si sono affidati a noi per tre quarti delle loro dosi di vaccino. Ora stiamo supportando le realtà a basso e medio reddito nell’obiettivo di sviluppare la propria capacità produttiva di vaccini. E infine abbiamo aiutato i Paesi a mantenere i sistemi e i servizi sanitari in attività anche sotto pressione". E ancora, elenca il direttore generale, "abbiamo combattuto la disinformazione". Ora, "gni giorno continuiamo a riunire gli esperti per condividere le ultime conoscenze scientifiche, monitorare i trend, analizzare le evidenze e dare raccomandazioni. Questo è ciò che continueremo a fare fino a quando la pandemia di Covid 19 non sarà davvero finita. Possiamo porvi fine insieme, ma solo se tutti i Paesi, i produttori, le comunità e le persone si faranno avanti e coglieranno questa opportunità".
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Ma c'è anche chi non sembra essere così fiducioso. Il virologo Roberto Burioni infatti, citando su Twitter un lavoro scientifico appena pubblicato su Cell.com, ha detto che ci sono "brutte notizie. Uno studio sulla variante omicron 4/5 ci conferma la maggiore contagiosità, la capacità di infettare le persone vaccinate e/o guarite (anche da omicron 1 o 2) e purtroppo è prevedibile anche una maggiore patogenicità. Vaccinatevi e al chiuso state attenti".
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