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Covid, Bassetti: "Abituiamoci all'altalena dei contagi, numeri della malattia grave sono bassi"

 L'infettivologo Matteo Bassetti

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In Italia, da alcuni giorni, si sta notando un innalzamento dei contagi da Covid 19, dopo alcune settimane in cui la curva epidemiologica era scesa in maniera importante. Questa altalena dei casi, però, sarà una costante d'ora in avanti. E' quanto sostiene il professor Matteo Bassetti in un'intervista all'Adnkronos Salute. Il direttore della clinica di Malattie infettive del policlinico San Martino di Genova spiega che se da un lato "il coronavirus rialza la testa", dall'altro "dobbiamo vedere i numeri della malattia grave, che sono bassi, e sapere che una quota significativa dei ricoveri in ospedali non è per Covid, ma per altro e poi si scopre la positività".

 

 

In Cina alcune città tornano in lockdown. "Lì la situazione è difficile ma il nuovo lockdown sancisce definitivamente il fallimento della strategia zero Covid - avverte Bassetti - In Cina la variante Omicron è arrivata dopo rispetto all’Italia perché avevano cercato di contenere il virus con la strategia zero Covid, ovvero tamponi a tutti e poi quarantene lunghe. Ma con Omicron non si possono usare le stesse strategie di Delta. La variante è incontenibile, ha una contagiosità 5-6 volte maggiore. Devono cambiare modello, passare dall’obiettivo zero Covid alla mitigazione dell’impatto sugli ospedali, come abbiamo fatto in Europa - suggerisce Bassetti - Oggi serve la convivenza con il virus e se hai i sintomi, spesso blandi come un’influenza, stai a casa. Questo sta avvenendo anche in Italia - conclude - abbiamo il 5% di riempimento delle terapie intensive. Oggi i numeri sono questi, poi vedremo come la situazione epidemiologica cambierà nelle prossime settimane".

 

 

Bassetti, infine, fa anche un passaggio sulla situazione Ucraina, che ha una bassa percentuale di popolazione vaccinata, e sul rischio che i profughi possano arrivare in Italia da positivi. "Dobbiamo fare attenzione a queste situazione per evitare focolari di ritorno con nuove varianti. Non possiamo permettercelo. Queste persone vanno vaccinate, tamponate con controlli costanti, ma soprattutto è necessario il sequenziamento dei tamponi per verificare la presenza di nuove varianti".