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Long Covid, l'esperta: "Patologia dei prossimi dieci anni, anche i giovani colpiti". Le conseguenze principali

Marco Decandia
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Long Covid, questo sconosciuto. Un nome che comincia a farsi largo negli ambienti medici e con cui anche l’utenza deve fare i conti, ma “ne sappiamo ancora troppo poco” ha spiegato di recente Massimo Ciccozzi, epidemiologo del Campus biomedico di Roma e l’uomo su cui aveva puntato il Governo Conte per gestire sia l’emergenza sanitaria, quando è esplosa, che l’informazione su numeri e casi.

 

 

“Entriamo nell’ordine di idee - spiega Cristina Lenzi, noto medico senese e responsabile del centro prevenzione del Gruppo medico Performance - che sarà la patologia principale dei prossimi 10 anni. Lascia danni sia temporanei che cronici, anche di grave entità, nell'organismo di chi è guarito dal Coronavirus. Per tenerlo sotto controllo, ci sono varie terapie specifiche, a seconda delle forme in cui si manifesta. Liberiamo il campo dalla convinzione che le conseguenze siano solo di tipo respiratorio: io ho pazienti con le dermatiti, altre persone accusano infiammazioni dei nervi che rendono complicati i movimenti. Vedo veramente di tutto. La cosa più importante è fare diagnosi, infatti consiglio a tutti la risonanza cardiaca perché il sintomo comune a tutti è la stanchezza. Si riscontra anche nei giovanissimi. A supporto di questo ci sono i numeri: il 75% di chi ha avuto il virus, senza differenziare tra sintomatici o asintomatici, ha le cicatrici polmonari. E’ una quantità immensa. Si riscontrano anche nella Tac di individui che stanno bene. E’ chiaro che, se lesioni di questo tipo le intercetti all’inizio, non rimane alcun segno, ma se le trascuri, poi non si può agire in alcun modo per toglierle”. Per affrontare queste problematiche e per discutere di diagnosi, terapie, numeri e metodologie, proprio il Gruppo medico Performance, con il patrocinio dell'Ordine dei medici di Siena, ha organizzato un incontro rivolto a medici e operatori sanitari che si svolgerà sabato all'Hotel Garden.

 

 

Hanno confermato la propria partecipazione nomi importanti della medicina, come il già citato Ciccozzi, Marco Bonifazi dell'Università di Siena e presidente della Commissione medica Fin, Andrea Crisanti direttore di Microbiologia e virologia dell'Università di Padova, Giovanni Di Perri ordinario di malattie infettive dell'Università di Torino, Francesco Bruno Frediani responsabile del reparto Covid delle Scotte, ed Emanuele Montomoli ordinario di igiene all'Università di Siena e fondatore di Vismederi. Con loro Saverio Ferrari responsabile della Diagnostica per immagini della Performance, e la stessa Cristina Lenzi, che riprende: “E’ un congresso che ho letteralmente creato io. L’idea mi è venuta perché ho visto tanti guariti dal Coronavirus che non stavano bene, segno evidente che l’uscita dalla malattia non sempre è la conclusione di tutto. In una città universitaria, con un’eccellenza come le Scotte, mi sembrava strano che nessuno avesse mai trattato l’argomento con una giornata dedicata a tutti i suoi aspetti. I primi contatti li ho avuti con il Comune, trovando la piena disponibilità dell’assessore alla salute Francesca Appolloni, ma poi non è stato possibile avere la Sala Italo Calvino, al Santa Maria della Scala, perché era già occupata. Così ne ho parlato con Andrea Causarano della Performance, ed è nato il progetto. Lo scopo non è un evento faraonico, con luci e slides, ma un’occasione per fornire ai medici di famiglia poche ma fondamentali indicazioni, come il modo di tenere sotto controllo il Long Covid e come affrontare la terza dose”.