
Covid, l'indagine dell'Iss: "Variante inglese dominante. Rafforzare misure non allentarle"

La variante inglese del Covid sarà quella dominante in Italia e occorre stringere ulteriormente le misure precauzionali anti contagio. Lo spiega l'Istituto superiore della sanità (Iss) nella relazione tecnica dello studio di prevalenza sulla diffusione nel nostro Paese. "Considerata la maggior trasmissibilità della variante" inglese di Sars-CoV-2, "e considerato l’andamento in altri Paesi interessati precocemente dalla diffusione della VOC 202012/0" stessa, "è prevedibile che questa nelle prossime settimane diventi dominante nello scenario italiano ed europeo" è l'incipit del testo.
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L’indagine, coordinata dall’ Iss con il supporto della Fondazione Bruno Kessler e in collaborazione con ministero della Salute, Regioni e Provincie autonome, si è articolata in un campionamento in due giorni consecutivi, il 4 e il 5 febbraio, e relativo ai campioni notificati il 3 e 4 febbraio come prime diagnosi e non follow-up. I campioni sono stati scelti in modo random con un campionamento che garantisse una rappresentatività geografica. Secondo lo studio dell’ Iss la mutazione inglese "è diffusa nell’88% delle Regioni partecipanti allo studio con percentuali rispetto ai casi totali che vanno fino al 59% in alcune aree".
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Secondo lo studio "nel contesto italiano in cui la vaccinazione delle categorie di popolazione più fragile sta procedendo rapidamente ma non ha ancora raggiunto coperture sufficienti, la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante se non vengono adottate misure di mitigazione adeguata". "Considerata la circolazione nelle diverse aree del Paese si raccomanda di intervenire al fine di contenere e rallentare la diffusione della variante UK rafforzando e innalzando le misure in tutto il Paese e modulandole ulteriormente laddove più elevata è la circolazione, inibendo in ogni caso ulteriori rilasci delle attuali misure in atto" si legge nella relazione tecnica sul sito dell’ Iss.
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