
Dimissioni Marini, il consiglio approva il rinvio

La discussione e il voto sulle dimissioni della presidente della Regione Catiuscia Marini sono stati rinviati di dieci giorni. Lo ha deciso a maggioranza il consiglio regionale. L'aggiornamento della seduta è stato approvato con undici voti a favore, tutti del centrosinistra, e gli otto contrari delle opposizioni. Il centrosinistra e il Pd sono stati compatti: ha votato sì al rinvio anche Leonelli del Pd, che fino a lunedì era per accettare subito le dimissioni. Si è detto disponibile al rinvio di dieci giorni a patto che si concordi un documento in cui si prospetti il voto anticipato tra ottobre e novembre. Contrarie alla dilazione le opposizioni, compatte, che erano per discutere e votare seduta stante. Hanno lamentato la violazione delle regole statutarie. E presenteranno al prefetto un documento per dichiarare illegittimi tutti gli atti approvati da martedì 7 maggio in poi. In mattinata è stata depositata una mozione firmata dai capigruppo di centrosinistra (Chiacchieroni per Pd, Rometti Ser, Solinas Mdp, Brega Liberi e forti) in cui si chiede il ritiro delle dimissioni di Marini. Sarà quello il documento da discutere e votare tra il 17 e il 18 maggio. Con lo slittamento della discussione si allunga la consiliatura di 10 giorni, con ulteriori 15 in caso di approvazione della mozione di ritiro delle dimissioni. Se Marini dovesse accettare di ritirarle, si potrebbe procedere a scadenza naturale di mandato. La presidente dimissionaria avrebbe tempo di pensarci fino a dopo le amministrative e delle europee, un voto che potrebbe cambiare il quadro politico e delle alleanze. La governatrice è arrivata in consiglio regionale martedì 7 maggio per riferire in aula delle sue dimissioni a seguito dell'inchiesta sui concorsi truccati in sanità. E ha ribadito l'addio aprendo però ad un dibattito in aula. Non ha specificato che l'atto è irrevocabile. Anzi ha rilanciato che è stato fatto in base all'articolo 64 comma 3 dello statuto regionale, che prevede la richiesta di ritiro da parte dell'assemblea e anche il ripensamento della presidente stessa. Nel corso del suo intervento la presidente ha sottolineato: "Mi sono dimessa per senso di responsabilità, ribadisco le mie dimissioni, non dettate da motivi personali bensì politico-istituzionali. Occorrono un confronto e una motivazione davanti all'assemblea. Le ho presentate per senso di responsabilità e lealtà verso le istituzioni e per non rendere ancora più fragile il rapporto tra politica e istituzioni". "Voglio uscire a testa alta da questa vicenda - ha aggiunto - so di avere bisogno di tempi diversi rispetto a quelli della giustizia". Proprio la necessità di difendersi nell'inchiesta e nel frattempo di evitare che l'istituzione sia oggetto di attacchi politici, è uno dei motivi del forfait. Una volta "chiarita" la sua posizione, Marini tornerebbe nella condizione di guidare la giunta. La seduta dell'assemblea legislativa dell'Umbria si è interrotta subito dopo l'intervento della presidente Catiuscia Marini, poco dopo le 13. Dal suo intervento è arrivato "l'auspicio di un dibattito, aperto e articolato", l'assist che la maggioranza attendeva per chiedere il rinvio.