Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Umbria, Lega e Fratelli d'Italia si sfidano a Risiko. Nel centrosinistra il Gioco dell'Oca

Giuseppe Silvestri
  • a
  • a
  • a

Rimpasto sì, rimpasto no. In Umbria nel centrodestra è iniziato il braccio di ferro in vista delle regionali 2024. Sul tavolo da una parte il bicipite muscoloso di Fratelli d’Italia, dall’altra quello della Lega, che negli ultimi anni ha perso una buona dose di forza. Nel 2019 Donatella Tesei, senatrice salviniana, assaltò il palazzo del centrosinistra alla guida di un esercito a cui gli elettori assegnarono i vessilli del Carroccio al 37% delle truppe e quelli di Fdi al 10.40%. La verifica indiretta che si è consumata con le Politiche del 25 settembre 2022, ha rovesciato gli equilibri: la Lega si è arenata al 7.8%, mentre i “cugini” di destra sono volati al 30.8%. Di possibile rimpasto di giunta si parlava già da mesi, da quando Giorgia Meloni aveva lanciato il sasso, definendo anomala l’assenza di almeno un membro del suo partito nel governo regionale. La presidente Tesei aveva subito aperto alla possibilità di ridiscutere componenti e deleghe dell’esecutivo, ma il confronto era rimasto teorico.

Poi è arrivato lo tsunami del voto, seguito dalle settimane dei commenti, dallo shopping di Natale e dalle cene delle feste. Gennaio è ormai agli sgoccioli e il rimpasto è ancora pura fantasia. O meglio. La governatrice sarebbe prontissima e vorrebbe cedere l’assessorato alla Sanità, ma ora a frenare è proprio Fratelli d’Italia che dopo il clamoroso risultato delle Politiche, guarda tutto sotto una nuova ottica. E alza la posta: destra pronta a rivendicare, da primo partito della coalizione, la futura candidatura alla presidenza della Regione. Qualora per motivi di immagine non fosse possibile (raramente non si concede una seconda corsa a chi nella prima ha ottenuto un risultato storico), FdI prontissimo a far pesare i suoi nuovi valori elettorali nella trattativa per la costituzione della prossima giunta (in caso di vittoria, ovviamente), ottenendo posti, poltrone e strapuntini. Riassunto: meglio una gallina domani che un uovo oggi. Tra l’altro accettare l’attuale assessorato alla sanità, significherebbe occupare un ufficio con i conti più rossi che mai, visti i 200/250 milioni necessari per riequilibrare il bilancio. E per l’amministratore che dovrebbe prendere il posto di Luca Coletto, non sarebbe facile andare a bussare con il cappello in mano alla porta della leader del suo stesso partito. E’ questa la spiegazione che diamo alle frasi del ministro Francesco Lollobrigida: “Valuteremo Donatella Tesei e la sua squadra a fine mandato”. Raro, quasi unico, sentire un ministro che rifiuta un assessorato regionale. Lo può fare soltanto chi è consapevole che sia un investimento redditizio e su questo il capo del dicastero all’Agricoltura, fine stratega, non sembra avere dubbi. Quella in carica resterà la giunta, prima di centrodestra della storia dell’Umbria, fino alla fine del mandato. E probabilmente va bene anche alla Lega, non solo perché spera di recuperare almeno una parte dei consensi persi per strada, ma anche perché Coletto resterebbe a piedi, non essendo rientrato nei giochi per i posti di sottosegretario. E nel Carroccio l’idea non piace. 

Mentre il centrodestra si dedica al Risiko, nel centrosinistra continuano a volare gli stracci. In vista del congresso nazionale, nel Pd umbro è ripreso il solito giochino delle divisioni interne: chi sta con chi? La batosta del 2019 non solo non ha innescato la riflessione a cui gli elettori avevano invitato la coalizione Pd-centrica a suon di schiaffoni (nelle urne), ma pare aver esaltato i dirigenti democratici (e non solo) a continuare a lanciare i dadi sul tavolo. Forse dimenticando che nel Gioco dell’Oca c’è una casella su cui si finisce molto spesso, quella che costringe a tornare al punto di partenza.

Giuseppe Silvestri

[email protected]