
Berlusconi attacca Letta: "È in malafede, sul presidenzialismo ho detto una cosa scontata"

Hanno fatto molto clamore le parole di Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, sul presidenzialismo in Italia e sulla figura di Sergio Mattarella qualora il centrodestra dovesse vincere le elezioni e farlo entrare in vigore. Il Cav, infatti, aveva detto a Radio Capital che "il presidenzialismo esalta la democrazia, in Francia e Stati Uniti non è possibile quello che è successo in Italia, che dopo il mio governo non c’è stato alcun governo eletto dal popolo. Se entrasse in vigore Mattarella dovrebbe dimettersi, poi magari potrebbe essere eletto di nuovo. Una mia candidatura? Mah, restiamo alle cose attuali...". Dichiarazioni che però avevano mandato su tutte le furie il centrosinistra, con il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, che aveva parlato di "sfratto" nei confronti del capo dello Stato.
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"Ma quale preavviso di sfratto - ha risposto oggi, sabato 13 agosto, l'ex premier sulle pagine de Il Giornale - Qui ormai viene distorto il significato delle parole. Si strumentalizza anche l’ovvio. Come possono verificare tutti ascoltando la mia intervista, non ho mai attaccato il presidente Mattarella, né mai ne ho chiesto le dimissioni. A domanda specifica ho solo detto una cosa scontata, lapalissiana, e cioè che una volta approvata la riforma costituzionale sul presidenzialismo, prima di procedere all’elezione diretta del nuovo capo dello Stato, sarebbero necessarie le dimissioni di Mattarella che ripeto potrebbe peraltro essere eletto di nuovo. Tutto qui lo scandalo: una semplice spiegazione di come potrebbe funzionare la riforma sul presidenzialismo proposta nel programma del centrodestra. Come si possa scambiare questo per un attacco a Mattarella rimane un mistero. O, forse, si può spiegare con la malafede di chi, come Enrico Letta, mi attribuisce un’intenzione che non è mai stata la mia".
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Per Berlusconi "il Pd ha cominciato una campagna elettorale bruttissima, fatta di menzogne, una dietro l’altra. Ci accusano tra l’altro di essere responsabili della caduta del governo Draghi, ma quanto è accaduto è chiaro a tutti. Considero molto grave il linguaggio protervo e offensivo della sinistra: evidentemente si vuole una campagna elettorale fondata sulla malafede, sulla falsificazione, sulla demonizzazione dell’avversario. La cosa peggiore per il Paese. Forza Italia e il centrodestra non si presteranno mai a questo gioco e continueranno a mettere sul tavolo proposte costruttive per il futuro e il benessere degli italiani". Sugli atteggiamenti degli alleati, Berlusconi dice: "Ognuno di noi conduce la campagna elettorale secondo il suo stile e il suo linguaggio. Non sta a me giudicare quello dei miei alleati. Posso solo dire che a me interessa parlare soprattutto di contenuti, delle cose da fare per l’Italia. Noi ne abbiamo indicate di molto importanti". E alla domanda se qualora vincesse il centrodestra immagini per lui un ruolo istituzionale o internazionale, Berlusconi chiosa: "Non ci ho pensato e, del resto, per me non ho nulla da chiedere. Dalla politica e dalla vita ho avuto tutte le soddisfazioni che potevo desiderare. Mi rimane solo il senso del dovere che mi impone di fare qualcosa per il mio Paese che amo".
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