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Elezioni, Berlusconi: "Non farò il presidente del Consiglio". I messaggi per Salvini e Renzi

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La presidenza del Consiglio e quella del Senato, la candidatura e l'uscita dal partito di nomi storici. E ancora gli accordi a sinistra, la demonizzazione contro Giorgia Meloni e il linguaggio della Lega e di Matteo Salvini. Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, parla a Rtl 102.5 e come sempre è un fiume in piena. L'ex premier, nel corso del programma Non stop news, parte subito con l'escludere "ogni responsabilità di Forza Italia nella fine del Governo Draghi". Adesso, "non ho ancora deciso se mi candiderò". Di certo, le voci su una sua eventuale presidenza al Senato sono "totalmente infondate". Nega anche che farà il presidente del Consiglio? "L'ho fatto per dieci anni". "Forse mi candiderò per il Senato ma penso di essere più utile restando in Europa e convincendo l'Ue a darsi una posizione che possa farla diventare una potenza mondiale". E proprio sull'Ue, sulla crisi che è stata causata dall'attacco della Russia in Ucraina e sul suo rapporto con Putin, Berlusconi spiega: "I miei rapporti personali con Putin erano in un contesto assolutamente diverso e, tra l'altro, hanno portato alla firma del trattato di Pratica di Mare, che ha messo fine a cinquat'anni di Guerra Fredda". Quindi a giudicarli nel passato sono "positivi". Tuttavia, per quanto riguarda l'Ucraina "sono addolorato e deluso di questa situazione".

 

 

Tornando alla campagna elettorale e alle alleanze tra Calenda e il Pd, per Berlusconi si tratta di "un'operazione per ingannare gli elettori moderati", un accordo per impedire al centrodestra di governare, "ma non ci riusciranno". "Triste che tanti leader politici si mettano insieme non per realizzare progetto per l'Italia ma solo contro qualcuno o contro qualcosa. E' un antico vizio della sinistra, povera di idee". Sul centrodestra, invece, il Cavaliere spiega che "Noi e la Lega abbiamo punti comuni ma il linguaggio e gli atteggiamenti di Salvini non sono i nostri", "Forza Italia rappresenta la parte liberale, cristiana, garantista e atlantica del centrodestra. Priorità sono la flat tax, la lotta contro la burocrazia, separazione delle carriere e attenzione per i giovani che hanno bisogno di opportunità e non di sussidi". Giorgia Meloni "ha dei meriti" e "non manca di tenacia e di coraggio, ha ridato prospettiva alla destra. Contro di lei è in atto una demonizzazione vergognosa". E su Renzi, Berlusconi lo definisce "un giocatore di scacchi nei palazzi della politica. Se volesse costruire un centro e non disperdere voti lo farebbe con noi, che siamo l'unico centro possibile in Italia", ma "non ci siamo sentiti". Quel che è certo per Berlusconi, comunque, è che faremo "un governo di alto profilo, credibile in Europa e nel mondo. Grazie alla presenza di qualche eccellente individualità dell'economia, della cultura, della scienza e magari dell'amministrazione acconto agli esponenti dei partiti". Quanto ai nomi "mi auguro che sarà possibile rendere note delle risposte già prima delle elezioni, così da permettere agli italiani di orientarsi", aggiunge. E per quanto riguarda Tajani, Bernini e Ronzulli "sono persone di alto livello politico di alto profilo, possono sicuramente essere tra i ministri indicati dai partiti" per il prossimo governo.

 

 

Infine, un passaggio sulle uscite da Forza Italia: Berlusconi dice di averne preso atto "con amarezza e delusione". E su Gelmini e Brunetta aggiunge: "Come si sentono nei confronti dei loro elettori? Ora sono dalla parte dei nostri storici avversari. Una cosa che non capisco nemmeno come calcolo di convenienza".