
Elezioni, Letta replica a Calenda: "Tre giorni fa ci siamo stretti la mano e ora fa saltare tutto. No alle sportellate"

Carlo Calenda critica, Enrico Letta replica senza peli sulla lingua. Tra il leader di Azione e quello del Partito Democratico si sta consumando un duello senza esclusione di colpi. Alla fine faranno la pace e troveranno un accordo, come spesso succede in politica, oppure affronteranno divisi il voto del 25 settembre? Nel giro di qualche giorno si saprà come andrà a finire. Intanto volano le stoccate. Oggi, lunedì 1 agosto, era stato Calenda ad attaccare Letta con una lunga intervista concessa al Corriere della Sera. In serata arriva puntuale la replica del segretario dem: "Io e Calenda tre giorni fa ci siamo stretti la mano e ci siamo messi d'accordo su una strada, ma se tutto salta tre giorni dopo, vuol dire che non serve a niente". Questa la sua versione dei fatti, raccontata ai sindaci democratici, incontrati al Nazareno. E ancora: "Sono disposto a incontrare Calenda e Della Vedova ma senza preclusioni, no ai veti e no alle sportellate. Io faccio fatica a discutere con le sportellate. Se abbiamo voglia di parlare bene, altrimenti è difficile discutere così".
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Secondo il segretario del Partito Democratico, per tessere una alleanza serve lo spirito giusto: "Occorre guardarsi negli occhi, fare i giusti accordi, senza prendersi a sportellate. Patti chiari e amicizia lunga". Nella sua intervista Calenda aveva posto dei veti proprio sugli eventuali altri membri della coalizione, in particolare gli ex parlamentari del Movimento 5 Stelle. A suo avviso potrebbero essere candidati nel proporzionale, all'interno del Pd, e non nei collegi uninominali potendo così beneficiare dei voti dell'intera coalizione. Probabilmente saranno proprio le candidature il tema di scontro nei prossimi giorni.
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Enrico Letta ai sindaci democratici ha detto anche che "credo che passare dal Governo Draghi a uno sovranista sarebbe la contraddizione più stridente. Cercare di evitare questo scenario è responsabilità di tutti". Un chiaro riferimento alla necessità di allargare la coalizione il più possibile per cercare di arginare il centrodestra che in questa fase è nettamente più compatto e avanti nei sondaggi elettorali.
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