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Conte dopo l'incontro con Draghi: "Forte disagio politico, restiamo al governo ma serve segno di discontinuità"

Gabriele Burini
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Il tanto atteso incontro tra il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, è andato in scena nella tarda mattinata di oggi, mercoledì 6 luglio. Una riunione di più di un'ora dove l'ex premier ha consegnato un documento "a nome del Movimento", che ha accumulato un "forte disagio politico, servono risposte chiare", ha detto Conte al termine del confronto.

 

 

"Noi siamo disponibili a condividere responsabilità di governo come fatto fin qui, in modo leale e costruttivo, ma serve un forte segno di discontinuità - ha spiegato Conte alla stampa dopo l'incontro con Draghi - Dobbiamo intervenire a favore di famiglie e imprese per quanto riguarda i prezzi del gas, serve intervenire per imprese e lavoratori autonomi, dobbiamo approvare il salario minimo e non permettiamo più che il reddito di cittadinanza sia messo ogni giorno in discussione". Un intervento che per Conte deve essere "straordinario", perché "200 euro di bonus una tantum non servono". E ancora, per il leader dei pentastellati si deve risolvere "con assoluta urgenza l’incaglio, il blocco che c’è nella cessione dei crediti che riguarda il superbonus. Ci sono migliaia di imprese che stanno sull’orlo del fallimento, ci sono famiglie che non possono completare i lavori e noi tutto questo non lo possiamo permettere".

 

 

Per quanto riguarda la posizione sul Decreto aiuti, Conte ha detto che il Movimento 5 Stelle ne dovrà parlare per poi definire "la nostra posizione, anche se l’abbiamo già anticipata nel Consiglio dei Ministri, dove non abbiamo partecipato al voto. Noi non siamo qui per predicare la transizione ecologica di giorno e consentire nuove trivellazioni di notte". In tutto ciò, il presidente del Consiglio Draghi "giustamente si è preso del tempo per riflettere sulle nostre proposte, non mi aspettavo una risposta immediata, perché non sarebbe stato serio".