
G7, Draghi: "Crisi energetica non deve produrre ritorno al populismo"

"La crisi energetica, non deve produrre un ritorno al populismo. Aiuti alle famiglie e alle imprese, tassazione aziende con profitti straordinari, questi gli strumenti per evitare gli errori dopo la crisi del 2008" ha detto il presidente del consiglio Mario Draghi alla prima sessione di lavoro del G7.
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Come ha detto il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, sono cinque i temi principali su cui si concentrano le discussioni dei 7 capi di Stato e di governo, anche in vista del summit Nato che si svolgerà a Madrid subito dopo: "Ucraina, sicurezza alimentare, energia, clima e salute". Il presidente del Consiglio Mario Draghi è arrivato intorno a mezzogiorno, accolto dal cancelliere tedesco Olaf Scholz e dalla moglie. Prima di chiudersi nella sala dello Schloss a discutere, i sette leader (Usa, Canada, Germania, Francia, Italia, Regno Unito, Giappone più i due presidenti dell’Ue) sono stati ripresi al tavolo: le telecamere hanno inquadrato anche il premier Mario Draghi e il presidente Usa Joe Biden che si salutavano. Non si è trattato di un incontro bilaterale, specificano fonti italiane. Durante la foto di gruppo, le telecamere hanno inquadrato il presidente Joe Biden che conversava prima con Ursula von der Leyen e poi con Emmanuel Macron; Draghi parlava con il presidente francese. A dominare l’agenda è il tetto al prezzo del petrolio russo che chiedono gli Usa, dove la benzina ha superato i 5 dollari al gallone.
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Il legame energetico con Mosca va tagliato "per sempre" ha detto il premier Draghi. E ha ripetuto che imporre un tetto al prezzo dei combustibili ha un obiettivo geopolitico, oltre che economico e sociale: ridurrebbe i finanziamenti a Mosca e contrasterebbe direttamente una delle cause principali dell’inflazione. L’ex presidente della Bce, che è un economista di formazione, ha spiegato a Parigi, durante la ministeriale Ocse, che quella che l’Ue affronta adesso non è un’inflazione provocata dal surriscaldamento dell’economia, bensì un’inflazione importata, prodotta dai rincari dell’energia.
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