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Luigi Di Maio: "Lascio il Movimento 5 Stelle. Messo in discussione il governo per recuperare consensi ma senza riuscirci"

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Luigi Di Maio ha detto addio al Movimento 5 Stelle. Il ministro degli Esteri ha ufficializzato questa sera, martedì 21 giugno, la creazione di un nuovo gruppo autonomo, Insieme per il futuro. Due i gruppi parlamentari, uno alla Camera e uno al Senato, con 39 deputati e 11 senatori, in tutto 50 firme che - filtra da fonti vicine al titolare della Farnesina - hanno come obiettivo quello di raggiungere quota 60. Tra gli altri ci sono il viceministro dell’Economia Laura Castelli, Carla Ruocco, Vita Martinciglio, Sergio Battelli, Davide Serritella, Simona Nocerino, Vincenzo Presutto e Primo Di Nicola.

 

 

“Oggi, insieme a tanti colleghi, lasciamo il Movimento 5 Stelle - ha detto in conferenza stampa Di Maio - E' una scelta sofferta che mai avrei immaginato di dover fare. La prima forza politica in Parlamento ha messo in discussione il lavoro del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri solo per riuscire a recuperare qualche punto percentuale, senza peraltro riuscirci. Quando ho iniziato questa esperienza di governo non conoscevo personalmente il presidente Mario Draghi. In un anno e mezzo abbiamo lavorato bene insieme e per questo sono stato definito draghiano. Faccio parte del Governo Draghi e credo che la sua azione sia motivo d’orgoglio per l’Italia in tutto il mondo e continueremo a sostenerlo con lealtà, idee e il massimo impegno che possiamo metterci". Adesso "nascerà una forza politica che non sarà personale”, dove “non ci sarà spazio per odio, sovranismi e populismi. Dobbiamo costruire il futuro dei cittadini, mettiamoci in cammino ‘Insieme per il futuro’, con tutti coloro che vorranno condividere questo progetto e saranno i benvenuti. Da oggi inizia un nuovo percorso insieme a persone che hanno scelto di guardare al futuro. Per costruire il futuro bisogna avere soluzioni che si basino su idee concrete e realizzabile. Abbiamo bisogno di aggregare migliori capacità e i migliori talenti di questo paese, perché uno non vale l'altro".

 

 

Per Di Maio, "pensare di picconare il proprio governo solo per ragioni di consenso è da irresponsabili - ha detto riferendosi al Movimento - Credo sia finita l'epoca dell'ipocrisia, chi sta provando a proporre soluzioni semplici a problemi complessi si sta distaccando dalla vita reale, sta perdendo la fiducia dei cittadini". Sulla risoluzione da votare oggi al Senato “c’è stato un lungo e logorante scontro per fini mediatici", ma la risoluzione "rafforza il presidente Draghi, che andrà al prossimo consiglio europeo con un ampio sostegno delle forze politiche che sostengono il governo”. Parlando della guerra, per il ministro "non possiamo permetterci più ambiguità nel decidere se stare dalla parte di chi difende la democrazia o di chi invece sta provando a ricattarci col blocco del gas. L’Ucraina con la sua resistenza ha difeso l’Europa con coraggio e sacrificio. In questi momenti c'è bisogno di un'Europa unita e l'unità dell'Europa dipende dall'unità dei governi degli stati membri, lasciando da parte ogni polemica strumentale". Tornando alla risoluzione votata oggi, Di Maio dice che l'indicazione di voto è stata netta dopo settimane di ambiguità, tensioni, turbolenze e attacchi solo "per fini mediatici, perché ha mantenuto gli accordi fissati dal precedente decreto Ucraina votato a febbraio. Un voto che ribadisce l'appartenenza dell'Italia alla famiglia euroatlantica. Davanti alle atrocità di Putin in Ucraina non potevamo continuare a mostrare incertezza, dovevamo scegliere da che parte stare della storia. Le posizioni di alcuni dirigenti del Movimento 5 Stelle hanno rischiato di indebolire fortemente il nostro Paese".