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E' morto David Sassoli, presidente del Parlamento europeo. Aveva 65 anni. Si è spento nella notte al Centro di riferimento oncologico

Julie Mary Marini
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E' morto David Sassoli. Il presidente del Parlamento europeo si è spento all'1.15 dell’11 gennaio presso il Cro (Centro di Riferimento Oncologico) di Aviano, in provincia di Pordenone. Era ricoverato, per una complicanza al sistema immunitario. A dare la notizia è stato il suo portavoce, Roberto Cuillo. Sassoli si è spento a una settimana dalla fine del suo mandato. Nato a Firenze il 30 maggio 1956, era un uomo delle istituzioni dai principi nobili. Un convinto europeista che dopo una importante carriera da giornalista si era dedicato alla politica. Nel 2019 era stato eletto presidente del Parlamento europeo, particolarmente apprezzato dai colleghi di tutti i partiti e dal mondo del giornalismo. Cercava sempre il contatto con la gente e i lavoratori, spesso lontano dalla sua inevitabile scorta.

Da giornalista era arrivato a ricoprire il ruolo di vicedirettore del Tg1. Prima aveva lavorato in diverse testate. Era stato anche presidente dell'Associazione della stampa romana. Nel 2009 l'adesione al Pd e l'elezione al Parlamento europeo nella circoscrizione del Centro Italia, dove raccolse più di 400mila preferenze. Nel 2014 la seconda elezione con la nomina a vicepresidente. Nel 2019 il terzo mandato e il 3 luglio l'elezione alla presidenza. Ha sempre tenuto posizioni a favore dei più deboli, dei migranti, delle donne, delle minoranze. Ha spesso sottolineato l'importanza della lotta al cambiamento climatico. Mancava una settimana alla scadenza del suo mandato e andava eletto il successore per la seconda parte della legislatura. I parlamentari lo volevano confermare, ma il 14 dicembre è stato lui stesso ad annunciare l'intenzione di ritirarsi.

Il 15 settembre era stato ricoverato all'ospedale di Strasburgo per una polmonite, dopo una settimana era stato dimesso e era rientrato in Italia. Il 16 dicembre la sua ultima apparizione pubblica in una conferenza stampa a Palazzo Justus Lipius, definendo anacronistiche le regole dell’unanimità e del veto e auspicando che il Parlamento europeo abbia il potere di iniziativa legislativa, come tutti i parlamenti. In quella occasione ha lanciato un monito contro la povertà energetica, i populismi e il rigore del Patto di Stabilità. “Non possiamo più ingabbiare il nostro futuro e quello dei nostri figli nella regola del 3%”, disse. Nella giornata di lunedì 10 gennaio la notizia che era ricoverato dal 26 dicembre per le complicane al sistema immunitario. Poi l'annuncio del decesso. L'Italia e l'Europa perdono un rappresentante politico di valore, colto, equilibrato. Un buono della politica.