
Draghi: "Economia ripartita ma pandemia non è finita. Governo pronto a sostenere lavoratori e crescita"

"L'economia è ripartita ma la pandemia non è finita". Ha esordito così il premier Mario Draghi, intervenendo all'Accademia dei Lincei. "Dobbiamo però essere realistici. La pandemia non è finita. Anche quando lo sarà, avremo a lungo a che fare con le sue conseguenze. Una di queste è il debito", ha aggiunto.
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Assicurando al contempo che il governo "è pronto a intervenire qualora la pandemia dovesse aggravarsi". "È molto probabile che, per diverse ragioni, questa fase di crescita del debito, pubblico e privato, non sia ancora terminata. Dobbiamo fronteggiare l’emergere di nuove e pericolose varianti del virus. Rimaniamo pronti a intervenire con convinzione nel caso ci fosse un aggravarsi della pandemia tale da provocare danni all’economia del Paese", ha spiegato l'ex numero uno della Bce. "Il reinserimento dei lavoratori dopo i traumi della crisi non è immediato. Il governo continua a sostenerli, come ha fatto in questi due anni", ha assicurato. Al tempo stesso ha aggiunto come "non tutte le politiche di bilancio espansive sono uguali. Oggi, dobbiamo puntare in particolare sugli investimenti, che permettono un rilancio della domanda e un miglioramento dell’offerta. Il governo ha già cominciato a farlo, con la presentazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, approvato dalla Commissione Europea la settimana scorsa. Gli investimenti previsti nel piano servono a superare le carenze nelle infrastrutture che si sono accumulate negli ultimi decenni. È questa la ragione per cui l’Italia non ha avuto esitazioni a fare pieno uso di tutti i fondi messi a disposizione dall’Unione, sia le sovvenzioni, sia i prestiti".
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In ultimo, la sfida per la nostra economia: "Se portiamo il tasso di crescita strutturale dell’economia oltre quello che avevamo prima della crisi sanitaria, saremo in grado di aumentare le entrate fiscali abbastanza da bilanciare l’aumento del debito che abbiamo emesso durante la pandemia. Potremo inoltre creare domanda aggiuntiva per le aziende, riducendo il rischio di default e dunque il costo dei programmi di garanzie statali sui debiti d’impresa", ha detto Draghi.
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