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Vaccino, in campo i medici di famiglia. L'Italia valuta la possibile produzione

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L'Italia ha bisogno di accelerare in maniera decisa nella somministrazione dei vaccini anti Covid 19. Il neo premier Mario Draghi non solo l'ha spiegato in maniera chiara durante i suoi discorsi al Senato e alla Camera per la fiducia al governo, ma si sta muovendo proprio in quella direzione. Così come i suoi ministri. L'obiettivo è quello di moltiplicare le somministrazioni in maniera netta, sperando che dalla primavera in poi i farmaci possano essere prodotti anche in Italia. E per moltiplicare le iniezioni, coinvolgimento dei medici di famiglia e nuovi luoghi per la somministrazioni.

Occorre un vero proprio "cambio di passo", così lo ha definito Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni. Nella giornata di giovedì 25 febbraio, il ministro dello sviluppo Giancarlo Giorgetti incontrerà il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, per un primo confronto sulla possibilità di produrre il farmaco in Italia. E' una corsa contro il tempo, visto che per la produzione da zero di un siero del genere occorrono minimo sei mesi e che quello in lavorazione dell'italiana Reithera (nella foto) non sarà pronto prima del mese di settembre. E' vero che le case farmaceutiche continuano a promettere che potenzieranno le consegne a partire da fine marzo, ma intanto continuano a tagliare i rifornimenti anche se AstraZeneca assicura che il ritardo del 7% delle dosi verrà presto recuperato.

Ovviamente la speranza è che vengano rispettati i tempi del farmaco di Johnson & Johnson che dovrebbe essere pronto a fine aprile. Intanto è stato siglato l'accordo tra la Conferenza delle Regioni e i medici di base: in 44mila si dedicheranno al vaccino. Le prime regioni pronte a partire saranno Toscana, Emilia Romagna e Lazio dove fin dal primo marzo inizieranno le somministrazioni. Saranno messe a disposizione almeno 80 mila dosi di farmaco. Non è tutto. Dalle prossime settimane la somministrazione potrebbe avvenire anche in alcuni centri commerciali, oltre che nelle palestre e nelle caserme.