
Vaccino, Boccia: "Entro febbraio 4 milioni di dosi". Pregliasco: "Rt migliorato ma mostruoso numero dei morti"

A febbraio in Italia devono arrivare quattro milioni di dosi di vaccino anti Covid 19. Lo ha detto il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, durante il vertice con le Regioni parlando proprio dei farmaci per combattere la pandemia. I ritardi sono ormai ufficiali e il braccio di ferro con le aziende produttrici probabilmente andrà avanti a lungo, ma intanto Boccia garantisce sui 4 milioni di dosi che si sommerebbero ai due già arrivati. Il ministro ha sottolineato che "devono essere garantiti" ma soprattutto che "noi dobbiamo somministrarli in tempi rapidissimi".
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Aumentare il numero delle persone vaccinate nella maniera più veloce possibile, è considerata la risposta più efficace al Covid 19. Ma sulla questione vaccini è intervenuto anche il virologo Fabrizio Pregliasco spiegando che fino ad ora "i dati di alcune ricerche di approfondimento di Pfizer e Moderna ci dicono che le prime varianti sono ancora sotto l'effetto del vaccino perché sono piccole variazioni. E' chiaro che altre, come quella brasiliana che è la più rischiosa potrebbero impensierirci. Per fortuna la nuova tecnologia dell'Rna può facilmente aggiornare il vaccino: questa sarà solo una prima vaccinazione e dovremo fare dei richiami perché il virus ci terrà compagnia per lungo tempo".
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Intervenendo a Tg3Notte, su Rai 3, Pregliasco ha anche spiegato che in Italia "l'Rt è migliorato ma è un'indicazione solo parziale della situazione complessiva perché è quello che ci dà la tendenza e ci dice che il calo è in corso ed è abbastanza considerevole. Rimane però una grande massa di soggetti positivi e questo lo vediamo con tristezza nella quota della mortalità giornaliera che rimane una mostruosità". E' proprio l'alto numero degli "attualmente positivi" a tenere costante quello dei decessi. E' vero che sono in diminuzione gli italiani che si infettano, ma il calo è lento e tra coloro che vengono contagiati ce n'è sempre una percentuale che non ce la fa.
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