
Maggioranza arrabbiata con Arcuri. E si infila Donzelli (Fdi): “Ma quanto ci costa?”

A Palazzo il nome di Domenico Arcuri fa arrabbiare parecchio. Perché è diventato sinonimo di guai.
Da quando è in carica, il commissario straordinario all’emergenza Covid 19 ne ha combinate un sacco. Lo diciamo con sussiego, perché il tizio ha annunciato di essere incline alla querela. Ma i fatti sono quelli che sono.
E anche nella maggioranza non lo sopportano più.
Si diverte a farli soffrire il deputato toscano di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, che ha crocifisso con una dettagliata interrogazione il signor commissario.
“Fra le prime cose Arcuri viene chiamato a procurarsi le mascherine, sul cui approvvigionamento emergono numerosi problemi”, nota Donzelli. Medici e operatori sanitari sono rimasti infatti a lungo senza protezioni. Alcune commesse di mascherine non vengono mai consegnate e sono sparite, altre si riveleranno non a norma o pagate a peso d'oro. Un flop, che si trasforma in scandalo, con numerose procure che aprono inchieste, l'ultima su una maxicommessa da 72 milioni procurata da un giornalista guarda caso ex collaboratore di tre ministri del Partito democratico.
Arcuri, tra le altre cose, è responsabile - ricorda l’interrogazione- anche del flop della app «Immuni» che avrebbe dovuto tenere sotto controllo i contagi. Ciononostante, con il decreto «semplificazioni» del 7 luglio 2020 il Governo gli affida un altro importante ruolo, quello di far ripartire le scuole in sicurezza. Anche qui le mancanze saranno molte: insufficienti gli spazi per il distanziamento degli studenti e la messa in sicurezza del trasporto pubblico è un fallimento totale. Oltre all'acquisto inappropriato dei banchi a rotelle scarseggiano i termoscanner e i tamponi da fare agli studenti. Un fatto che mette a serio rischio la riapertura delle scuole, prevista dal Governo per gennaio.
Ad Arcuri viene poi affidata un'altra importantissima partita: la campagna di vaccinazione. I numeri delle prime dosi di vaccino Pfizer assegnate all'Italia non promettono bene; ne viene inviata una quantità bassissima rispetto a molti Paesi dell'Unione europea. Mentre Arcuri pensa a costruire 1.500 padiglioni con un fiore, la primula. Intanto la Corte dei conti contesta ad Arcuri i compensi come amministratore delegato di Invitalia, la società del Ministero dell'economia e delle finanze per gli investimenti e lo sviluppo dell'impresa. Arcuri avrebbe percepito dal 2014 un milione e 400 mila euro in più di quanto gli spettasse. Tra le altre cose Arcuri si sta occupando, nel ruolo in Invitalia, di rilanciare l'Ilva di Taranto e le acciaierie italiane. Una delle partite industriali più importanti per l'Italia.
Giustamente chiede Donzelli al governo: “quale stipendio percepisce Domenico Arcuri nei vari ruoli assegnatigli e per quale ragione il dettaglio delle spese non sia nella sezione «trasparenza» sul sito del Governo”. E a quanto ammontano i costi della campagna di somministrazione dei vaccini, a partire dalla realizzazione dei 1.500 padiglioni e del logo-simbolo della primula”.
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