
La tortura di Renzi a Conte mica è finita

Mica è finita. Matteo Renzi non ha alcuna intenzione di mollare la presa dal collo di Giuseppe Conte. Che si è fatto umiliare dalla Boschi e dalla Bellanova come un pollo nel loro incontro di ieri.
Rosato ministro? Può essere, ma dopo aver fatto sputare il sangue al premier. È la strategia del capo di Italia Viva che vuole portare a casa il massimo possibile in una trattativa davvero spericolata.
A cominciare dal bottino già accumulato. Se Conte aveva voglia di farsi una security per se stesso, addio ai sogni di gloria. Quello che non riuscì a Renzi con Carrai, figuriamoci se Matteo lo poteva concedere a Giuseppi. Non è cosa per lui.
Conte aveva bisogna di una enorme task force per farsi una specie di partito con i soldi dell’Europa? Renzi gli ha fatto passare ogni fantasia costringendolo alla marcia indietro. Ma non si accontenta, anche per farlo capire a quelli che gli rinfacciano il cosiddetto due per cento.
Minimo minimo la partita prossima ventura di Renzi, al tavolo della verifica, sarà quella del Mes. E poi la prescrizione. Perché su 37 miliardi di euro per la sanità, il boss di Italia Viva si gioca la partita di eventuali elezioni anticipate in caso di rottura al tavolo di maggioranza. Alla faccia di Franceschini che pensa che con la minaccia del voto anticipato possa riuscire a frenare i bollori dell’ex premier.
Ormai non c’è spazio per altro: Conte deve essere disarcionato o quantomeno molto ridimensionato e oggettivamente il presidente del Consiglio non ne esce davvero bene nella sua disperata corsa a salvare la poltrona. In più le indiscrezioni di stampa, con le bordate della Boschi e della Bellanova nel corso del vertice di palazzo Chigi con Italia Viva, non lo aiutano a risalire la corrente. La credibilità del premier è ormai ridotta al lumicino.
Certo, anche Renzi qualcosa la dovrà spiegare. Perché in fondo ha illuso quei tanti milioni di italiani che speravano che l’avventura di Conte fosse già finita. Ma sarebbe davvero difficile pretendere dal capo di una formazione di centrosinistra un posizionamento che lo avrebbe immediatamente dipinto con i colori della destra.
Comunque, pare una partita ancora tutta da disputare. Anche se è triste che tutto avvenga in un momento di drammatica crisi dell’Italia. Ma questi sono i governanti che abbiamo.