
Fask, che forza!

Noi li conosciamo da un pezzo. In fondo star dietro a ciò che nasce di buono dalle nostre parti è uno dei compiti di un giornale come questo. E che i Fast Animals and Slow Kids avessero una marcia in più rispetto alla miriade di altre giovani band del sottobosco rock umbro è stato evidente da subito. Gli esordi sono già roba da passato remoto: quando pubblicarono il loro ep di esordio con la gloriosa To Lose La Track dell'umbertidese Luca Benni era il 2010. I ragazzi avevano poco più di vent'anni e Questo non è un cioccolatino fu l'embrione di ciò che sarebbero presto diventati. Quattro pezzi potenti e diretti, con il numero di cellulare del frontman Aimone Romizi scritto sul retro dell'incarto. Soprattutto, però, c'erano i concerti. Cominciarono a suonare qua e là a Perugia, la loro città, e ogni volta era un incendio. I Fask – un acronimo efficace per un nome ripreso e rimodulato dal cartone animato di culto I Griffin – sprigionavano un'energia incredibile, mettendo sul piatto una pura attitudine punk rock. Proprio nel 2010 vinsero il prestigioso concorso per emergenti di Italia Wave, e aprendo un concerto degli Zen Circus al Norman fecero innamorare la band pisana, che da quel momento li prese sotto la propria ala. Il leader Andrea Appino produsse il loro primo lp, Cavalli, e lo fece uscire per l'etichetta degli Zen Iceforeveryone. Da lì Alessandro Guercini, Jacopo Gigliotti, Alessio Mingoli e Aimone Romizi non si sarebbero più fermati. Venne il passaggio all'aretina Woodworm, una delle più importanti label indipendenti italiane, con tre dischi tra il 2013 e il febbraio scorso: Hýbris, Alaska e il recentissimo Forse non è la felicità. Un crescendo compositivo costante, accompagnato da un'ascesa inarrestabile nel firmamento del rock alternativo in Italia, certificata da una dimensione live con numeri impressionanti. Il tour di Forse non è la felicità, partito a marzo dal Karemaski di Arezzo dopo una manciata di show-case in alcuni piccoli club della Penisola (a Perugia era stato il T-Trane), sta macinando un sold-out dietro l'altro. I locali sono i più importanti delle più importanti città del Paese, dall'Alcatraz di Milano al Monk di Roma, passando per l'Hiroshima Mon Amour di Torino e il Locomitiv di Bologna. D'altronde siamo davvero di fronte a un gran disco, ben suonato come sempre e musicalmente maturo, caratterizzato da una fruttuosa ricerca di nuove soluzioni e sonorità. I ragazzi appaiono sempre più consapevoli, e la voce di Romizi è come sbocciata. La consacrazione su scala italiana è insomma ormai un dato di fatto, ed è per questo che il Corriere dell'Umbria ha deciso di invitare i Fast Animals and Slow Kids in redazione per parlare di Forse non è la felicità, della loro storia e delle loro aspettative. L'appuntamento è per martedì 18 aprile alle ore 16.