
Province in bilico, i dipendenti scendono in piazza

Giornata campale, quella di lunedì, per la sorte delle Province e dei loro dipendenti. In ballo ci sono la scadenza di mercoledì 30, ultima data utile per approvare i bilanci, e il destino dei dipendenti da ricollocare in seguito alla soppressione degli enti. I lavoratori, per far sentire la propria presenza e ribadire l'urgenza di ottenere risposte in termini occupazionali, hanno organizzato per lunedì mattina delle assemblee che culmineranno con i presìdi previsti per le 11 davanti alle prefetture di Perugia e di Terni. GUARDA LE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE DI TERNI Le amministrazioni provinciali, che nel giro di pochissimi giorni devono scongiurare il rischio default, hanno già fatto presente la situazione, chiamando in causa chi di dovere. Passaggio cruciale sarà la riunione della giunta regionale in programma lunedì pomeriggio. Da palazzo Donini dovranno arrivare risposte importanti e definitive, o meglio le conferme a quanto circolato in questi giorni per bocca soprattutto degli assessori. Le necessità finanziarie delle Province richiedono 19 milioni (12 quella di Perugia, 7 quella di Terni), mentre la Regione per bocca dell'assessore Bartolini ne ha assicurati 13. Chi metterà sul piatto i 6 mancanti? Tutti gli indici sono puntati su Roma, sul governo Renzi, anche perché alcune delle funzioni svolte dalle Province appartengono a quelle che vengono garantitre per conto dell'esecutivo. Prospettive abbastanza delineate sono invece quelle che riguardano il destino dei dipendenti, per i quali l'assessore Bartolini ha delineato anche una sorta di road map: per il primo dicembre è prevista l'assunzione in Regione di 180 unità, a seguire l'assorbimento di altri 180 dipendenti attraverso i Centri per l'impiego.