
Precari della scuola, scattano le prime revoche

Cinque revoche di ruoli, seduta stante. Più due rettifiche di graduatoria. Perché a seguito di controlli effettuati dal provveditorato è emerso che nella documentazione presentata dagli insegnanti (e in base alla quale è stato formulato il punteggio) sono emerse irregolarità. Titoli non acquisiti secondo i crismi come ad esempio aver prestato servizio nelle sezioni e nei settori di riferimento atti ad acquisire punteggio. Tipo un anno di “doposcuola” spacciato come docenza vera e propria. E via di seguito. Gli atti, tutti consultabili nel sito del provveditorato perugino arrivano dopo monitoraggio avviato su richiesta delle precarie (soprattutto insegnanti della scuola dell'infanzia) e precari umbri che si erano trovati scalzati dalle graduatorie per l'inserimento di docenti fuori regione con punteggi più alti (LEGGI L'ARTICOLO). Senonché i controlli, che dovevano essere svolti “a tappeto”, sono stati fatti a campione. Su criterio territoriale. E' bastato poco per scoprire le storture. Un caso esplicativo è il “il contratto di lavoro a tempo indeterminato stipulato lo scorso primo settembre con l'insegnante di scuola dell'infanzia nominata in virtù della riserva del posto di cui all' articolo 3 della legge 68/99”. Il caso riguarda un istituto della provincia di Perugia. Ebbene, “esaminata la documentazione prodotta dal docente, come previsto dal punto 20 dell'allegato "A" della Circolare del Miur 7955 del 07/08/2014 ed accertato che non risulta iscritto nelle liste del collocamento obbligatorio di cui all'articolo 8 della legge 68/99” si rileva come senza questo presupposto “non avrebbe avuto diritto ad essere nominato in ruolo per l'anno scolastico 2014/15”. Per questo “viene risolto il contratto di lavoro a tempo indeterminato sottoscritto” e il docente “viene reinserito nella graduatoria ad esaurimento, senza la precedenza quale invalido civile, con relativa decurtazione dei punti”. In questo caso il docente potrà essere “destinatario di un contratto di lavoro a tempo determinato da sottoscrivere con il dirigente scolastico dell'istituto e continuare a prestare servizio presso la stessa scuola”. Ma “il servizio prestato fino ad oggi sarà considerato servizio non di ruolo”. Ci sono esempi di recidivi, con precedenti decreti fuori regione dove si è tagliato il punteggio di più di dieci punti e una volta riesaminato il fascicolo in Umbria sono rispuntati altri tre punti di troppo. Oppure il caso di chi aveva fatto passare l'insegnamento di materie alternative alla religione come quello di un'altra specifica materia per la quale è stata stilata la graduatoria. “Il servizio dichiarato - rileva il decreto del provveditorato - non è servizio valutabile perché non prestato nella materia specifica, ma prestato come ‘attività alternative alla religione cattolica'; da punti 121 a punti 109 della graduatoria”. Adesso molti dei precari della scuola (soprattutto dell'infanzia e primaria) chiedono che i succitati controlli vengano effettuati per tutti gli ordini e gradi, con maggiore attenzione ai posti più alti in graduatoria, quelli con i maggiori punteggi. La vicenda degli insegnanti umbri cacciati dai posti utili per le sostituzioni annuali (e dunque anche per le eventuali iscrizioni a ruolo) da colleghi extraregionali arrivati con numeri in qualche caso doppi o tripli, era esplosa nell'estate del 2014, con tanto di interrogazioni parlamentari e l'intervento della Regione.