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Beccato a evadere le tasse, versa 2 milioni di euro al fisco

Eleonora Sarri
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Scoperto a evadere il fisco paga due milioni di euro. I finanzieri del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Perugia hanno scoperto un'evasione fiscale internazionale, messa in piedi da una società operante nel campo di prodotti chimici per l'edilizia e per il restauro, attraverso la quale sono stati sottratti al fisco ingenti capitali esportati nell'isola portoghese di Madeira.  VOTA il sondaggio Nel corso della verifica fiscale è infatti emerso che la società perugina ha acquistato brevetti industriali per oltre 6.500.000 euro da una società portoghese, con sede nella zona franca di Madeira. Nutrendo dubbi sulla veridicità e congruità di tali operazioni i finanzieri, facendo ricorso alla convenzione per evitare le doppie imposizioni sui redditi, hanno richiesto un controllo all'amministrazione fiscale portoghese i cui accertamenti hanno permesso di appurare che la società portoghese era in realtà riconducibile agli stessi imprenditori umbri e che la stessa non aveva realizzato alcuna ricerca non disponendo delle necessarie strutture operative. Le successive indagini, autonomamente effettuate dalla guardia di finanza, hanno inoltre consentito di scoprire che l'attività di ricerca per la realizzazione dei brevetti era stata in realtà svolta nei laboratori della stessa società italiana e che quindi le fatture emesse dalla società di Madeira relative alla cessione dei brevetti oggetto di approfondimento erano da ritenersi relative ad operazioni inesistenti, emesse al solo fine di consentire alla società italiana l'evasione delle imposte sui redditi nonché il trasferimento di utili nell'isola di Madeira, paese a fiscalità privilegiata. Alla società sono stati quindi contestati costi non deducibili per oltre 6.500.000 euro e Iva indetraibile per oltre 1.400.000 euro; il rappresentante legale è stato inoltre denunciato alla locale Procura della Repubblica per l'utilizzo nella dichiarazione fiscale della società delle fatture false al fine di abbattere illecitamente le imposte dovute. Alla luce degli elementi probatori raccolti dai finanzieri per evitare il sequestro dei beni, all'imprenditore non è restato che aderire all'accertamento fiscale, chiudendo la pratica con il versamento nelle casse dell'Erario di oltre 2 milioni di euro a titolo di imposte evase e relative sanzioni.