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Gesù ci tocca

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Alessandro Meluzzi
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Marco ci regala lo stralcio di una giornata tipo del Maestro. Gli impegni sono tanti, gli incontri si moltiplicano, c'è tanto lavoro, ma anche lo spazio per visitare gli amici, per condividere un pasto. Non c'è molto spazio per stare solo, durante le ore del giorno. E allora Gesù si riserva nel buio della notte un angolo di intimità con il Padre. La preghiera è questo: un tempo di confidenza e di riposo a tu per tu con il Padre. Si tratta del riposo dell'anima, dell'abbandono di ogni preoccupazione nelle braccia di Dio, dell'ascolto attento della voce del Signore. Gesù, in questo, ci è modello ed esempio. Soprattutto, Egli ci rivela che al vertice di una vita normale di un battezzato non può che esserci l'incontro personale con Dio. Garantire uno spazio fisico e temporale di silenzio è essenziale all'esistenza di Gesù e di chi vuole vivere come Lui. Una delle cose che colpisce maggiormente nella lettura del vangelo di Marco è che in esso Gesù parla poco. Nel vangelo di oggi in particolare ci è detto che Gesù predica nella sinagoga, ma non ci è dato il contenuto del suo insegnamento. C'è una sola frase di lui, due righe in tutto. Il resto di questa pagina evangelica invece ci mostra Gesù all'opera: va in una casa, si avvicina ad un malato, lo prende per mano e lo guarisce, guarisce altri malati, scaccia i demoni, si alza al mattino presto, si ritira in un luogo deserto, prega, percorre tutta la Galilea. E' sorprendente constatare quante azioni di Gesù sono descritte in questo passaggio. Spontaneamente identifichiamo il Vangelo con un insegnamento, con un annuncio. Questo è vero, ma non è tutto. Anzi, si può dire, in un certo senso, che questo è un significato secondario e meno importante. Dopo aver parlato in tanti modi nel passato, Dio si è manifestato in modo definitivo attraverso il Figlio. C'è qualcosa che le parole non bastano a comunicare e che il Signore può dirci solo facendosi vedere in Cristo Gesù. L'esperienza che Marco vuole trasmettere di Gesù non consiste solo nelle parole che ha sentito da lui ma quello che ha visto con gli occhi, in quello che ha toccato con mano. Ed infatti, uno degli aspetti più importanti del ministero di Gesù è il modo in cui Egli ci guarisce, ci salva: toccandoci. Dobbiamo lasciarci prendere per mano da Gesù, lasciarci toccare da lui. Il modo nel quale ci tocca sono i sacramenti, l'eucarestia, il suo perdono, una vita di preghiera, nella quale più che dire delle cose a Dio, dovremmo lasciare che ci tocchi il cuore. Con la collaborazione di Andrea Grippo