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Don Pierino Gelmini: una vita per 300mila giovani

Alessandro Meluzzi
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Il vangelo secondo Matteo di questa ventesima settimana del Tempo Ordinario (Mt 15,21-28) ci porta dentro uno dei grandi misteri della fede come adesione intima piuttosto che come appartenenza ad un percorso di perfezione o di identità. Gesù si trova fuori dalla terra di Israele in una regione verso Tiro e una donna non giudea, una Cananea invoca aiuto e guarigione, in quanto perseguitata dal demonio, termine di cui non è facile tracciare confini visto che gli esorcismi di Gesù guarivano mente e corpo. Quando i discepoli per una ragione di ordine pubblico chiedono l'intervento del Maestro, Lui risponde da buon rabbi che “non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d'Israele”. Ma alla donna non basta e, inginocchiatasi, invoca l'aiuto di Gesù. Però per essere chiaro pare diventare offensivo: “Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini” ma la donna non desiste ricordando che “i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni“. A questo punto Gesù non può che riaffermare una verità: “La tua fede è stata grande e sarai guarita”. Quella fede come adesione d'amore è il cuore del mistero cristiano che don Pierino Gelmini (nella foto, ndr), ritornato alla casa del Padre, ha affermato con le proprie opere. Quei ragazzi raccattati sula via del mondo non sono diversi dalla cananea malata. Don Pierino senza esigere amorevole accoglienza ne ha accolti e guariti nel corso di mezzo secolo: 300mila giovani nella Comunità Incontro sono la testimonianza di quella frase “chi avrà fede in me farà cose più grandi”. Nessuno può fare cose più grandi di Gesù. Ma uomini come don Gelmini hanno offerto testimonianza di come l'amore possa guarire e rivoluzionare le vite di chi viene amato. Quando si può salvare qualcuno non si deve rimanere al bordo dell'abisso, bisogna immergersi nel fango. Fango che a don Gelmini è stato rovesciato addosso molte volte e che nel momento finale è apparso un tassello della costruzione del tempio del Regno di Dio. Un regno in cui Cananei, Fenici, Ebrei e Cristiani, buoni e cattivi, tossici e sani non possono non essere abbracciati nell'amore di Dio. Quell'amore che don Pierino ha dispensato e che il vescovo di Terni, Monsignor Piemontese, ha riassunto nell'omelia delle esequie del nostro amato don Pierino: “Egli è stato sacerdote per sempre secondo l'ordine di Melchisedec. Una missione che don Gelmini ha svolto con una dignità che nessuno ha potuto togliermi fino all'atto finale del suo incontro col Padre nell'immenso mistero della Trinità d'amore”.  Con la collaborazione di Andrea Grippo