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Draghi, l'informativa al Senato: "Servono il cessate il fuoco e la ripresa dei negoziati. Indipendenti dal gas russo nel secondo semestre del 2024"

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"La guerra in Ucraina è giunta al suo 85esimo giorno. La speranza dell'esercito russo di conquistare vaste aree in tempi brevi si è scontrata con la convinta resistenza del popolo ucraino. La federazione russa si è ritirata da ampie zone. L'avanzata russa procede molto più lentamente del previsto". Così il presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso dell'informativa in Senato sugli sviluppi della guerra in Ucraina. Il premier ha quindi voluto ringraziare l'ambasciatore italiano a Kiev, Zazo, dopo che la sede ha ripreso le sue attività: "Ringrazio lui, il suo grande spirito di servizio e il suo coraggio", ha detto Draghi, che poi è tornato a parlare del conflitto. "Il costo dell'invasione russa in termini di vite umane è terribile. Le ricostruzioni con immagini satellitari hanno individuato 9mila corpi in quattro fosse comuni nei dintorni della città di Mariupol. La guerra in Ucraina minaccia la sicurezza alimentare di milioni di persone anche perché si aggiunge alle criticità già emerse durante la pandemia. L'aumento del prezzo dei cereali rischia di avere effetti disastrosi soprattutto in Africa e in Medioriente, dove crescono i rischi di crisi umanitarie, politiche e sociali", ha proseguito il premier. 

 

 

Draghi ha quindi rimarcato come "per impedire che la crisi umanitaria continui ad aggravarsi dobbiamo raggiungere il prima possibile un cessate il fuoco e far ripartire con forza i negoziati. Il numero di sfollati interni ha raggiunto quota 7,7 milioni. Oltre 116 mila sono gli ucraini arrivati in Italia di cui 4mila minori non accompagnati". Sul tema sanzioni, il presidente del Consiglio ha spiegato che "l'Ue è al lavoro per il sesto pacchetto che l'Italia sostiene con convinzione. Se oggi possiamo parlare di un tentativo di dialogo è grazie al fatto che l'Ucraina è riuscita a difendersi in questi mesi di guerra. L'Italia continuerà a sostenere il governo ucraino nei suoi sforzi per respingere l'invasione russa. Lo faremo in stretto coordinamento con i nostri partner europei, ne va non solo della solidità del legame transatlantico ma anche della lealtà all'Ue".

 

 

Ieri sono stati espulsi dalla Russia 24 diplomatici italiani, "un atto ostile che ricalca decisioni simili prese verso altri Paesi europei e risponde a espulsioni di diplomatici da parte italiana - ha detto Draghi - E' essenziale mantenere canali di dialogo con la Federazione russa perché solo da questi canali che potrà emergere una soluzione negoziale. Il governo ha intenzione di continuare ad impegnarsi per far fronte anche alle altre crisi che derivano e sono aggravate dalla guerra in Ucraina. Come detto dal presidente Mattarella, nel lungo termine servirà uno sforzo creativo su un modello di conferenza di Helsinki. Occorrerà costruire 'un quadro internazionale condiviso', per usare le sue parole. Una conferenza sul modello di Helsinki per avvicinare Paesi ora distanti e agevolare una distensione". Tornando invece sul tema del mercato alimentare, "occorre che le navi che portano il grano siano lasciate passare, e se i porti sono stati minati dall'esercito ucraino, siano sminati a questo proposito. Tutte le parti in causa dovrebbero in questo momento aprire una parentesi di collaborazione per evitare una crisi umanitaria che farebbe morire milioni e milioni di persone nella parte più povera del mondo". Draghi ha quindi ringraziato "il Parlamento, la maggioranza e anche la principale forza di opposizione. La risoluzione approvata a larga maggioranza che impegnava il governo a sostenere a livello umanitario, finanziario e militare l’Ucraina, a tenere alta la tensione sulla Russia anche attraverso le sanzioni e alla ricerca di una soluzione negoziale ha guidato in modo chiaro l'azione del Governo e ha rafforzato la posizione dell'Italia a livello internazionale e il Governo intende continuare a muoversi nel solco di questa risoluzione". Sull'indipendenza dal gas russo, invece, il premier ha spiegato che "le stime del governo indicano che potremmo renderci indipendenti nel secondo semestre del 2024. I primi effetti di questo processo si vedranno già alla fine di quest'anno". Infine, tornando alla pace, negli "incontri" internazionali avuti, Draghi ha "riscontrato apprezzamento universale per la posizione italiana fermamente ancorata nel campo transatlantico e nell'Unione europea. Questa posizione ci dà credibilità e ci permette di essere in prima linea senza ambiguità nella ricerca della pace. L'Italia si muoverà a livello bilaterale e con i partner europei ma dovrà essere l'Ucraina e nessun altro a decidere che pace accettare anche perché una pace non accettabile non sarebbe sostenibile. Se possiamo parlare di un tentativo di dialogo è perché l'Ucraina è riuscita a difendersi in questi mesi di guerra".