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Pos, sanzioni da giugno a chi non accetta pagamenti elettronici. Ennesimo onere per un comparto in difficoltà

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Nicola Uras
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In una fase di prospettive difficili per l’economia, che certificano un calo del Pil e la possibile perdita di posti di lavoro (fino a 570mila secondo il governo) introdurre aggravi di regole e oneri pecuniari è contrario ad ogni criterio di opportunità. Peccato quindi che, tra le ultime norme approvate nel decreto sul Pnrr vi sia l’introduzione di sanzioni per quegli esercenti e professionisti che non utilizzano il Pos. Si tratta di comparti che hanno subito due anni di enormi difficoltà economiche, tra lockdown crisi della domanda e, nel caso dei professionisti, difficoltà a ricevere i giusti onorari per le prestazioni effettuate, considerando le condizioni economiche, spesso peggiorate, dei loro clienti. Dunque quest’onere ulteriore, che scatterà a fine giugno qualora la norma fosse confermata, va ad aggravare una situazione già critica, su cui pesa il caro energia che, di fatto, ha colpito un po’ tutte le filiere.

 

 

E non è un caso che, ieri, oltre a qualche voce che si è levata nell’agone politico (Luca Squeri di Forza Italia) si siano pronunciate le sigle di rappresentanza delle imprese. Il tema è comune: prima di introdurre multe, bisogna intervenire in maniera sostanziale sulle commissioni bancarie. “Puntare asimmetricamente sulle sanzioni-ha osservato Confcommercio- non giova ai processi di modernizzazione del sistema dei pagamenti: processi, peraltro, già in pieno sviluppo”. Confersercenti, invece, sottolinea: “tra progetti di sanzioni, lotterie e obblighi vari, il rischio è sempre lo stesso: concentrare il peso della lotta all’evasione sulle spalle degli esercenti”. Si tratta di un passaggio complesso, che costituisce una stretta a quel tessuto economico che, nel caso dei negozi, disegna la geografia commerciale dei quartieri delle nostre città.