
Ordine di Malta, a breve l'elezione del Gran Maestro: "Sono momenti delicati, sarà complesso"

A breve Roma sarà teatro dell’elezione di un Capo di Stato. Ma non si tratta di individuare il successore del Presidente Mattarella, bensì dell’elezione del Principe Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta. Un vero e proprio Capo di Stato, che dovrebbe essere scelto presumibilmente a ridosso dello scadere del mandato del Luogotenente di Gran Maestro Commendator Frà Marco Luzzago, eletto come reggente per un anno l’8 novembre scorso. Il meccanismo di elezione ha subìto a oggi solo pochi correttivi, preservando i principi che l’ Ordine si è dato con la propria fondazione nel 1048. Il Sovrano Militare Ordine di Malta (o, più compiutamente, il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Cipro, di Rodi e di Malta) è al contempo ordine religioso laicale della Chiesa Cattolica sin dal 1113 e soggetto primario di diritto internazionale, con relazioni diplomatiche attive con oltre 100 Paesi e con l’Unione Europea, ha lo status di Osservatore Permanente presso le Nazioni Unite ed è attivo in circa 120 nazioni.
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Il Principe Gran Maestro è l’unico Capo di Stato e Sovrano al mondo a avere il rango di Cardinale, anche se non partecipa al conclave. E l’elezione che si approssima appare decisiva per indirizzare il futuro dell’opera dello Smom. L’Adnkronos ne ha parlato con il Marchese Don Carlo d’Ippolito di Sant’Ippolito, Cavaliere Balì Gran Croce di Giustizia dell’ Ordine che dal 2011 al 2013 ha ricoperto la prima Alta Carica (gerarchicamente seconda solo al Gran Maestro) ovvero quella di Gran Commendatore eletto dal Capitolo Generale e Membro del Sovrano Consiglio dal 2006 al 2011. "Sarà un’elezione complessa, sono momenti delicati per l’Ordine - dice Frà Carlo d’Ippolito - serve riportare rigore e moralità tra le nostre fila, lasciar respirare tutte le Vocazioni veramente Melitensi, non solo quelle di noi Cavalieri Professi. Il nostro punto cardinale deve essere il messaggio papale, dobbiamo tornare ad ascoltare il Sommo Pontefice: Sua Santità Francesco è chiaro, attenzione alle nuove povertà, penso agli insegnanti, che hanno un ruolo così determinante ma redditi insufficienti, penso ai divorziati. Nuove povertà dignitose, rispetto alle povertà gridate. Dobbiamo ritrovare l’umiltà di saper ascoltare, di tornare al cuore del messaggio evangelico. Però non possiamo esimerci dal rimanere fedeli a noi stessi, alla nostra tradizione religiosa e aristocratico-militare perché è ciò che siamo, non per vanità ma per servizio all’Altro, a prescindere dal Suo credo".
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"Giusto spazio nella vita dell’Ordine - rileva - anche a chi per le proprie peculiarità e sposando la missione della Cavalleria Giovannita, merita di essere ricevuto nella Famiglia Melitense. Poi un filone di interventi, per avvicinare i giovani, non perdendo di vista che i Signori Poveri e i Signori Malati sono la missione dell’Ordine. Una missione senza confini e senza distinzioni: ricordo che nei nostri Ospedali, come in quello di Betlemme per esempio, sono ospitati e curati Arabi, Ebrei e Cristiani simultaneamente. Serve trovare un equilibrio nella sensibilità al messaggio del Papa, riscoprendo la tradizione e l’orgoglio dell’Ordine e dell’essere Cavalieri. Non è pensabile che i malati non vengano trattati con il riguardo che il nostro carisma impone, non è pensabile che il silenzio porti Cavalieri che ricoprono uffici rilevanti, liberi di togliere la dignità del lavoro a chi pur con le proprie fragilità ha servito l’Istituzione" conclude.
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