
Green pass, caos nelle farmacie: lunedì 2 milioni di lavoratori a casa

Un equilibrio difficile da raggiungere. In bilico tra la necessità del governo di tenere la barra dritta, non piegarsi alle proteste no vax e contenere i probabili disagi preannunciati per la prossima settimana. Lunedì 18 ottobre due milioni di lavoratori rimarranno a casa, perché impossibilitati a farsi il tampone per avere il green pass. Secondo le stime dell'esecutivo guidato da Mario Draghi, sarebbero tre milioni i dipendenti e i liberi professionisti senza il certificato verde, il tredici per cento degli occupati in Italia. Persone che, per accedere al posto di lavoro entro fine anno, dovranno fare ogni due giorni il test e ottenere così il certificato verde.
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Attualmente l'offerta è molto inferiore: ieri, ad esempio, ne sono stati eseguiti mezzo milione. E qui, come si dice in gergo, casca l'asino. Perché non serviva il Mago Otelma per prevedere una simile situazione. Bastava fare un giro ieri nelle principali città italiane, per assistere all'assalto delle farmacie. File interminabili, anche di sessanta persone. Con ovvi disagi per chi voleva, semplicemente, acquistare una scatola di aspirina o dei preservativi. Per ora non si sono registrati situazioni di ordine pubblico particolarmente gravi. Proteste, qualche urlo, ma nulla di clamoroso. Ma cosa succederà quando un no vax convinto non riuscirà a farsi il tampone e, di conseguenza, non potrà recarsi al proprio posto di lavoro?
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All'interno del governo esistono tre linee di pensiero, molto distanti tra loro: non mollare di un centimetro, a costo anche di assistere a qualche scontro, nella convinzione che, col passare dei giorni, anche i più “duri e puri” si piegheranno e decideranno, loro malgrado, di vaccinarsi. Passare al piano B, ovvero imporre, di legge, l'obbligo vaccinale a tutti gli over 12. Ed infine la linea più vicina ai sindacati, ovvero aumentare il numero di soggetti che possono effettuare i tamponi e farli fare, se non gratis, a cifre decisamente più basse rispetto alle quindici euro attuali. Ipotizzando un aumento della produttività da parte delle farmacie e delle strutture dedicate a fare questi test, dopodomani il numero complessivo potrebbe salire fino a settecentomila che sommati alle oltre trecentomila persone che per ragioni di salute non sono obbligate al possesso della certificazione, rimarrebbero in ogni caso senza pass in due milioni. La regione più no vax è la Sicilia (24,3%) con 625.565 non vaccinati. Poi la Calabria (23,4%,226.745), la provincia autonoma di Bolzano (22,7%, 63.570), la Valle d' Aosta (21%,13.017) e le Marche (20,4%,156.724). Le regioni più virtuose, invece, sono: Lombardia (14,3% i non vaccinati), Lazio (14,2%) e Toscana (13,8%). Tra le quattro macro aree del paese è il Sud l'area con il più alto numero di non vaccinati (2.143.769, il 20% del totale della popolazione tra i 20 e i 59 anni). In Italia, infine, i no vax in età lavorativa sono 5.432.118, pari al 17,4%. Una partita a scacchi sulla quale il Governo dei Migliori si gioca tutto. La salute degli Italiani, il rilancio dell'economia nazionale e la propria sopravvivenza fino al 2023.
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