
Migranti, il cardinale Bassetti: "Nessuno è straniero davanti a Dio, accogliamo i 'piccoli' in nome dell'amore"

Migranti, pandemia, profughi: aspetti diversi di una stessa crisi umanitaria che la Conferenza episcopale italiana, attraverso il proprio vertice, esorta a combattere attraverso l'accoglienza e l'ascolto. "Oggi più che mai, di fronte alle conseguenze di una crisi mondiale dovuta alla pandemia, dinanzi a emergenze umanitarie come quella dei profughi (non solo afghani ma da molti altri paesi), oggi più che mai è necessario andare incontro ai piccoli". Lo ha affermato il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente Cei, nell'omelia della messa di inaugurazione del Santuario del Sacro Cuore di Gesù in Urbino.
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Piccoli, ha sottolineato Bassetti, "che non sono solo i senza terra, o i poveri, o gli stranieri, ma anche i nostri bambini, i giovani, gli anziani, i disoccupati: tutti coloro che non riescono a far sentire la propria voce, o non possono contare sulle proprie ricchezze, ma solo sull’amore di Dio e dei fratelli". Il porporato ha anche trattato altri temi. Il prossimo, ha detto, "è chi soccorre i più deboli solo in nome dell’amore. Tutto questo è secondo il cuore di Cristo". Per il presidente della Cei quindi "è importante, oggi più che mai, ricordare che l’amore di Dio è per tutti, che nessuno è straniero davanti a lui, e tutti siamo cittadini di questa nostra terra. Ed essa sarà in grado di sostenere le future generazioni solo se ci considereremo ’Fratelli tutti', come ha scritto Papa Francesco nella sua enciclica".
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Un passaggio anche sui giovani, immersi in un mondo privo di punti di riferimento: "Questo luogo sia un vero centro di accoglienza per quanti sono alla ricerca dell’amore di Dio, soprattutto per i tanti giovani che arrivano qui a Urbino per frequentare l’Università. Dobbiamo ringraziare Don Elia Bellebono per l’ispirazione che ebbe nel voler costruire questa chiesa, dedicandola al Sacratissimo Cuore. Questo era il suo desiderio: nel suo cuore di sacerdote avvertiva l’urgenza di una nuova evangelizzazione per il mondo giovanile, sempre più attraversato da malessere e disorientamento".
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