
Cresce la fiducia tra i consumatori, ma per rendere costante la ripresa serve evitare nuove chiusure

Qualche giorno fa, l’Istat aveva certificato un miglioramento del clima di fiducia per imprese e consumatori, evidentemente contestuale alla fase di riaperture e di ritorno alla vita. Oggi, altri dati confermano il buon trend dell’economia italiana. La crescita del Pil del nostro Paese, nel secondo trimestre dell’anno, è stata del 2,7%, rispetto ai tre mesi precedenti. Mentre il dato tendenziale è del 17,3%. Quest’ultima cifra, specifica l’Istat, deriva dal fatto che nello stesso periodo dello scorso anno, con l’infuriare della pandemia, si arrivò alla scelta delle chiusure totali.
Movimento 5 Stelle e riforma della Giustizia, ad alzare la posta si rischia il testa coda
Ad aver influenzato il segno “più” nei secondi tre mesi è stato soprattutto il recupero del settore dei servizi, che fu il più penalizzato dalle chiusure, oltre ad una crescita dell’industria e ad un andamento stazionario dell’agricoltura. Buone notizie anche sul fronte lavoro, con la disoccupazione che cala di mezzo punto raggiungendo quota 9,7%. Interessante, poi, è vedere la condizione italiana rispetto alla media degli altri Paesi. Nell’area euro siamo ad un aumento del 2%, mentre ad un 1,9% in tutta l’Unione. Ma se si vanno a fare paragoni con i singoli Paesi, emergono dati interessanti. Tipo che cresciamo più della Germania, dove il Pil segna un +1,5% nel secondo trimestre.
Covid, rullo compressore sul tessuto sociale: impennata del tasso di povertà
Ancora più bassa la Francia, che segna un aumento dello 0,9%. In questo caso va segnalato che la Presidenza Macron ha messo in campo nel paese una fase più lunga di restrizioni anti-Covid. Tornando all’Italia, i numeri positivi non fanno venir meno la prudenza del mondo delle imprese. “Permangono molti fattori che spingono alla prudenza nel valutare le prospettive per i prossimi mesi. La ripresa necessita di un reale consolidamento, che vada al di là dei rimbalzi statistici. In quest’ottica un ruolo cruciale è rappresentato, oltre che dall’efficacia Pnrr e dal programma di riforme, dalla domanda per consumi che, seppure in ripresa, è lontana dai livelli pre-crisi”. E proprio il nodo consumi, centrale per mantenere la tendenza positiva, è strettamente legato alla necessità di evitare una nuova fase di chiusura.
Tunisia, crisi politica e instabilità interna: è allarme tra flussi migratori e terrorismo islamico