
Covid, il vaccino Pfizer meno efficace dopo sei mesi: ipotesi terza dose sempre più concreta

L'ipotesi di una terza dose di vaccino anti Covid per la Pfizer è sempre più probabile. L’ultimo studio supportato proprio dalle aziende Pfizer e BioNTech, pubblicato sul sito medRxiv in preprint, cioè non ancora sottoposto a revisione paritaria, ha analizzato l’efficacia del vaccino di Pfizer dopo 6 mesi dal completamento del ciclo. Secondo i dati dello studio, tra sette giorni e due mesi dopo la seconda dose, l’efficacia del vaccino contro il Covid-19 era del 96,2%; tra i due e i quattro mesi successivi, l’efficacia è calata al 90,1%; mentre da quattro a sei mesi dopo il completamento del ciclo vaccinale, l’efficacia è dell’83,7%.
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Proprio in merito all’ipotesi di una terza dose, la stessa Pfizer ha condiviso i dati finanziari relativi al secondo trimestre 2021, a margine dei quali ha specificato che “i titoli anticorpali post terza dose contro la variante Delta sono 5 volte maggiori rispetto ai titoli post seconda dose nella fascia d’età 18-55 anni, e 11 volte maggiori rispetto ai titoli post seconda dose nella fascia 65-85 anni”. Insomma, la terza dose aumenterebbe sensibilmente la quantità di titoli di anticorpi contro la famigerata Variante Delta.
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"Verosimilmente" ci sarà bisogno di una terza dose di vaccino "per le persone che assumono farmaci immunosoppressivi (che deprimono, cioè, il sistema immunitario, ndr), per i trapiantati e per persone con patologie particolari (come malattie autoimmuni o patologie infiammatorie croniche) in cui la risposta al vaccino può essere ridotta" ma "se vaccineremo almeno l’80-85 per cento della popolazione, possiamo pensare di ritornare a una quasi normalità". Ad affermarlo in un’intervista al Corriere della Sera Francesco Le Foche, immunologo del Policlinico Umberto I di Roma. "Spero che si possa partire anche dai sei anni. La vaccinazione è importante per portare i ragazzi a scuola in sicurezza. E poi - ha aggiunto - perché anche loro possono manifestare una malattia severa e rappresentare un serbatoio di contagio per i nonni. Dobbiamo mettere in campo una vaccinazione planetaria".
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