
Non è l'Arena, Ciro Grillo "bulletto". L'insegnante: "Sentiva il peso del cognome, ma è protetto"

A Non è l'Arena, su La7, Massimo Giletti parla ancora di Ciro Grillo e oltre alle intercettazioni degli amici coinvolti nel presunto stupro di una diciannovenne, avvenuto nell'estate 2019, su cui sta indagando la procura di Tempio Pausania, spicca anche la testimonianza di un insegnante del figlio di Beppe Grillo che disegna una quadro altamente negativo dei protagonisti della vicenda.
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"L'impressione è che sentisse il peso non del comico ma della persona che si affaccia sulla politica", spiega il professore concentrandosi sul rapporto tra padre e figlio. "Tutti lo chiamavano Grillo, Grillo, cioè è un cognome pesante" aggiunge Quando ha sentito la vicenda, "ho pensato che potesse essere uno di quelli coinvolti in situazioni del genere. Soprattutto alle superiori magari vedi che trasgrediscono le regole. Secondo me non avevano intenzione di abusare, probabilmente hanno approfittato della situazione senza considerare le conseguenze vere" prosegue l'insegnante. "Questi ragazzi sono generazioni deboli. Nel caso poi l'atteggiamento di bullismo, da bulletto mascherava qualcosa. Compagnie sbagliate, atteggiamenti sbagliati e anche l'idea di essere non immune ma protetto tra virgolette... uno magari può anche esagerare. Il suo gruppetto di amici era quello che non vengono beccati, erano un pochino più furbi, più sgamati. Però non si pensa mai che possano arrivare a questo, però li vedi, un atteggiamento da ragazzini. O lo interrompi e maturi o se rimani infantile poi può degenerare".
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E ancora: "Tra le medie e superiori è cambiato tantissimo, lui si era un po' fissato sul fisico. Aveva trovato questa MMA (arti marziali miste, ndr), poi lì diventa lavaggio del cervello. O hai questa violenza da tirar fuori, sennò... Magari ti fa sentire troppo superuomo" aggiunge l'insegnante intervistato - con voce contraffatta e volto coperto - per strada da una giornalista della redazione di Non è L'Arena.
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