
Covid, Burioni a Che tempo che fa: "Con le varianti la distanza di due metri non basta più"

Consueto intervento del virologo Roberto Burioni a Che tempo che fa, il talk show condotto da Fabio Fazio su Rai3, nella puntata di domenica 11 aprile. Burioni ha parlato di misure di sicurezza: quelle che siamo abituati a mettere in atto vanno bene con la variante inglese? "La variante inglese non è più una variante, ma è il virus prevalente in Italia, quindi è il virus che abbiamo. E' un virus diverso da quello dei mesi precedenti perché è molto più contagioso e purtroppo anche più letale - ha affermato -. Abbiamo però in questo anno appreso tante cose in più: sappiamo che le superfici non sono particolarmente importanti, che il virus non si trasmette molto efficientemente all’aperto e che si trasmette in maniera molto efficiente in qualunque ambiente chiuso".
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Burioni ha poi proseguito: "Non si trasmette solo con quelle goccioline che chiamiamo droplets, ma anche con aerosol - ha detto -, che è come un fumo di sigaretta che può riempire tutta una stanza. Il metro o due di distanza che pensavamo potessero garantire la sicurezza, non la garantiscono più. Contro l’aerosol, che può percorre spazi più ampi, abbiamo soltanto due difese: le mascherine, che devono essere non più quelle chirurgiche ma, quando possibile, le Ffp2, e aprire le finestre. Gli ambienti chiusi vanno arieggiati". Così appunto il virologo Roberto Burioni, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa su Rai3.
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Alla domanda se queste varianti sono così pericolose, l’esperto ha risposto: "Le varianti ci devono preoccupare solo quando hanno caratteristiche che possono rappresentare un problema - ha sottolineato -. Le due che adesso dobbiamo tenere sotto osservazione sono quella brasiliana e quella sudafricana perché hanno la capacità di infettare di nuovo le persone guarite. Come sfuggono alla risposta immune dei guariti, potrebbero sfuggire alla risposta immune dei vaccinati, quindi dobbiamo tenerle sotto controllo. Per ora sembra che i vaccini più efficaci, quelli mRna, siano in grado di tenere a freno queste varianti. Teniamo però le antenne alzate perché nel caso potremo intervenire con dei nuovi vaccini più efficaci, ma non è detto che ce ne sia bisogno", ha concluso Burioni.
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