
Covid, tamponi anali in Cina. La Ue: "In Europa decidano gli Stati"

Quellz che inizialmente sembrava essere frutto di uno scherzo ha invece trovato conferme. La notizia, circolata negli ultimi giorni le redazioni di tutto il mondo ha invece trovato conferma ufficiale il 28 gennaio 2021. Anche in Italia. Le autorità sanitarie cinesi - riferisce l'agenzia di stampa Adnkronos - hanno iniziato ad utilizzare tamponi anali per testare le persone a maggior rischio di contrarre il coronavirus. Lo ha rivelato l’emittente di stato cinese Cctv, riferendo che il test è già stato impiegato per i passeggeri in arrivo all’aeroporto di Pechino, nei centri per la quarantena e su un gruppo di oltre mille studenti ed insegnanti per i quali si temeva l’esposizione al virus. Il test, riservato per i casi ad alto rischio, prevede l’inserimento nel retto di un tampone di 2,5-5 centimetri, che viene poi testato per verificare la presenza del virus. Questo test è ritenuto più accurato per identificare la malattia nelle persone che presentano sintomi lievi o sono asintomatiche.
Intanto la novità ha avuto una subito una vasta eco anche in Europa ed è finita anche per essere argomento delle domande dei giornalisti accreditati all'Unione Europea. I test per appurare il contagio da Sars-CoV-2 - riferisce infatti un altro lancio dell'agenzia Adnkronos - «sono una prerogativa degli Stati membri. L’unica cosa che abbiamo fatto» come Commissione Europea «è raccomandare alcuni test esistenti e chiedere un certo livello di coordinamento». Così il portavoce capo della Commissione Europea Eric Mamer risponde, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, alla domanda se la Commissione intenda raccomandare l’utilizzo di tamponi Covid per via rettale, che sono utilizzati in alcune città cinesi e che avrebbero un minor margine di errore rispetto ai test effettuati per via orale o nasale. «Fare test è competenza degli Stati membri - aggiunge il portavoce per la Salute Stefan de Keersmaecker - abbiamo presentato una proposta di raccomandazione che è ora in Consiglio. Per quanto riguarda gli aspetti scientifici, ci affidiamo molto ai consigli degli scienziati e lasciamo quindi al mondo scientifico valutare qual è il miglior approccio»,
Pietro Paolo Savini