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Roberto Speranza, bloccata in extremis l'uscita del libro Perché guariremo. Ironia social, poi Sgarbi rincara la dose

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Era stato annunciato dallo stesso ministro della Salute in un post su facebook il 20 settembre. Una foto con il suo libro in uscita, dedicato all’emergenza Coronavirus, dal titolo Perché guariremo - Dai giorni più duri a una nuova idea di salute edito da Feltrinelli, e due brevi righe: "Sto raccogliendo in un testo le mie idee e le mie esperienze di questi mesi, anche alla luce della lezione del Covid". In questi 30 giorni è cambiato lo scenario epidemiologico del Paese e la curva dei casi è salita. Il libro sarebbe dovuto uscire giovedì 22 ottobre, la copertina era giù stata diffusa ai media, ma una nota della casa editrice ha dato la notizia, senza altre spiegazioni, che al momento l’ultima fatica del ministro della Salute rimarrà negli scatoloni. E così subito si è scatenata l'ironia social. "Esce o non esce?", si stanno chiedendo molti utenti. E poi: "Durante una pandemia un ministro della Sanità di nome Speranza ha scritto un libro dal titolo Perché guariremo ma poi ha dovuto ritirarlo perché, insomma, non siamo guariti", è uno dei tanti tweet.

 

 

"Poteva attendere di fronte allo tsunami che sta per travolgerci", cinguetta un altro. E ancora, "il caso del libro del ministro Speranza, pubblicato, stampato ma di cui è stata bloccata la distribuzione all’ultimo minuto, è un fallimento sotto ogni aspetto: politico, editoriale e comunicativo". A rincarare la dose c'è pure Vittorio Sgarbi: "Il libro di Speranza? Non è uscito perché avrà raccontato cose già sceme in origine ma, siccome non sanno come va a finire, e lui avrà fatto qualche riflessione ottimistica, hanno deciso di ritirarlo", ha spiegato il critico d'arte: "Che non esca è una fortuna e le ragioni per cui non esce, probabilmente, sono legate al fatto che la tesi del libro, quando l’ha chiuso, era più ottimistica di quello che poi sta realmente capitando oggi. Insomma, il Coronavirus ha fatto qualcosa di positivo: il libro non è uscito, grazie!".