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Berlusconi, niente più assegno a Veronica e lei dovrà restituirgli 60 milioni

Federico Sciurpa
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Stop all'assegno mensile di divorzio da 1,4 milioni di euro per Veronica Lario, che dovrà anche restituire 60 milioni. È quanto ha deciso la corte di Appello di Milano, che ha accolto l'istanza degli avvocati di Silvio Berlusconi. I legali dell'ex Cav hanno infatti chiesto l'applicazione della recente sentenza della Corte di Cassazione 'Grilli - Lowenstein'. Secondo il ricorso dei legali di Berlusconi l'ex moglie non aveva diritto agli alimenti in quanto aveva a disposizione, a seguito della sentenza di separazione del Tribunale del dicembre 2012, di liquidità per 16 milioni oltre a gioielli e società immobiliari. Un 'pacchetto' che denota una certa autosufficienza e tranquillità economica. A fare scuola è stata sicuramente la sentenza del 10 maggio scorso della Cassazione relativa al divorzio tra Vittorio Grilli, ex ministro dell'Economia nel governo di Mario Monti, e l'imprenditrice Lisa Lowenstein. I supremi giudici hanno respinto il ricorso con il quale l'ex moglie del ministro reclamava l'assegno di mantenimento già negato le con verdetto emesso dalla Corte di Appello di Milano nel 2014. Il mantenimento del tenore di vita precedente il divorzio, scriveva la Corte, non è più un diritto. Nello specifico Grilli, dopo la fine del matrimonio, aveva subito una contrazione dei redditi, e Lowenstein poteva mantenersi da sola. La suprema corte inoltre stabiliva nuovi parametri in materia di assegno di divorzio: conta il criterio dell'indipendenza o autosufficienza economica, non il tenore di vita goduto nel corso delle nozze per assegnare l'assegno al coniuge che lo richiede. Il matrimonio cessa così di essere «sistemazione definitiva»: sposarsi, scrive la Corte, è un «atto di libertà e autoresponsabilità».