
Traffico rifiuti, confermate le accuse. Ma gli imprenditori vanno ai domiciliari

Restano i gravi indizi, anche per il reato associativo. Ma i cinque arrestati in carcere per l'inchiesta sul traffico internazionale illecito di rifiuti elettrici ed elettronici passano da carcere ai domiciliari. Il Gip di Bologna ha ritenuto non sussistenti le esigenze cautelari in carcere, attenuando la misura con gli arresti in casa. Dietro le sbarre erano finiti Renzo Gatti, 53 anni, della Raeegest di Gualdo Tadino, considerato dagli inquirenti il principale organizzatore e promotore dell'associazione, Maurizio Cecile, 67 anni, di Trento, Mauro Colla, 62 anni di Parma, Matteo Massaro, padovano di 47 anni e Abiach Abdelkhalak, marocchino di 41 anni. Ora sono nelle loro case. Già revocati nei giorni scorsi i domiciliari per Stefania Chiavini, 59 anni, e Rosanna Biagiotti, 45 anni, entrambe di Gualdo. “Attendiamo di leggere in modo accurato l'ordinanza”, spiega l'avvocato di Gatti, Guido Rondoni, che lo assiste con Alessandro Fratini, “ma è stata valutata insussistente l'esigenza della misura carceraria”. Senonché il quadro accusatorio resta pressoché inalterato.