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Umbria, case popolari: Ater denuncia morosità per 9,3 milioni

Alessandro Antonini
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E' in calo del 2% rispetto all'anno precedente ma sfiora comunque i dieci milioni (9.312.653,35 euro) la morosità complessiva dell'Ater. Aumenta di oltre il 113% la quota chi non paga uno o due rate mensili sul fronte dell'edilizia residenziale pubblica e delle case popolari. I dati sono tratti dall'ultimo bilancio dell'Agenzia territoriale regionale e fanno riferimento alla situazione del 2018. “Massima attenzione”, è scritto nel documento di bilancio, sui crediti oggetto di recupero (1.967.568,43 euro) e i crediti per cui è ammesso il pignoramento immobiliare (1.438.007,69 euro). Entrambe le categorie sono in aumento rispettivamente 8% e 18%: predisposti fondi di garanzia del 10 e del 15%. In diminuzione ma di “ammontare rilevante”, è riportato nella relazione di bilancio, sono i crediti su cui è in corso lo sfratto (1.306.616,64 euro) per cui il recupero è “improbabile”: sono accantonati per il 60%. I crediti inesigibili (accantonamento 80%) crescono fino a 1.079.764,21 euro. Calano da 1,2 milioni a 441 mila euro i crediti nei confronti degli enti pubblici a seguito della riscossione di 800 mila euro da Adisu. L'Agenzia sottolinea che per l'edilizia concordata ad uso abitativo, “risulta efficace l'azione di controllo e recupero anche grazie all'attivazione delle garanzie fideiussorie”. Resta invece “tendenzialmente negativo” l'andamento della morosità nel settore diverso dall'abitativo.Il risultato di esercizio 2018 è pari ad 452.332 euro con una variazione positiva rispetto al 2017 di 66.379 euro.