
Il Consiglio di Stato nega il risarcimento e blocca il progetto dell'oratorio

Il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar e stoppa il progetto dell'oratorio di via Birago. Il massimo organo giudiziario amministrativo accoglie i ricorsi di Comune e Sipa. L'ex società dei parcheggi (oggi confluita in Saba) lo scorso anno era stata condannati dal Tribunale amministrativo regionale a risarcire la comunità religiosa perugina dei Santi Biagio e Savino per 96.480 euro, a causa di un mancato adempimento che ha bloccato il piano attuativo per costruire il centro sociale parrocchiale. Fatti risalenti al 2003. Dopo 15 anni la chiesa ha avuto ragione. Con quei soldi si doveva edificare il centro. Ma il Consiglio di Stato, con sentenza pubblicata venerdì, azzera tutto e afferma che non sono state prodotte prove sufficienti a giustificare un risarcimento da quasi 100 mila euro a titolo di mancato godimento del bene. Meglio: non ci si può basare solo sulla “presunzione” del danno, scrivono i giudici di Palazzo Spada, ma servono carte con la dimostrazione concreta “delle conseguenze dannose subite dal proprietario, in ragione, ad esempio, della mancata locazione o della mancata vendita del bene, oppure della spesa sostenuta per procacciarsi un medesimo immobile”. Senza questi allegati, niente soldi. Eppure nel ricorso del 2011 la parrocchia di don Luca De Lunghi aveva fatto i calcoli sul “valore medio del canone di locazione da sostenere per avere la disponibilità di un immobile analogo a quello che doveva essere realizzato, a partire dal 2005”. Sì perché il parroco e il consiglio parrocchiale agli inizi del nuovo millennio avevano deciso di cedere un piazzale al Comune dove Sipa (oggi Saba) doveva costruire un parcheggio, in cambio dell'edificazione gratis di un centro per i fedeli. Che però non è mai nato. Il progetto non ha mai preso il via. In particolare “con la convenzione pubblica stipulata il 3 dicembre 2003 tra il Comune la spa Sipa e la parrocchia quest'ultima ha trasferito al Comune di Perugia la proprietà di un'area di 770mq destinata alla costruzione del centro sociale e contestualmente il Comune ha costituito in favore di Sipa un diritto di superficie sull'immobile acquisito dalla parrocchia”. Con lo stesso atto, Sipa si obbligava “a realizzare l'intero complesso edilizio previsto dal programma - è l'oggetto della convenzione - per un totale di 41 posti auto, collocati su un fabbricato su vari livelli ed il centro per attività parrocchiali entro l'8 giugno 2005” e a cedere gratuitamente alla parrocchia la proprietà del centro sociale realizzato. Decorso inutilmente il termine previsto dalla convenzione è scattata a più riprese la diffida al Comune e a Sipa, da parte della parrocchia. Senza effetto. “Senza risarcimento”, spiega al Corriere dell'Umbria don Luca De Lunghi, parroco di via Birago, “non potremo costruire il nuovo centro. Adesso però dobbiamo valutare la sentenza, per capire se ci sono margini di manovra”.