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L'ospedale di Perugia chiede i danni a Duca e Valorosi

Emilio Duca

Francesca Marruco
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Una sorta di prova generale, quella di ieri mattina dinanzi al gup, Lidia brutti, che, il 5 dicembre prossimo dovrà decidere se ammettere il patteggiamento di Maurizio Valorosi e il processo con rito abbreviato condizionato di Emilio Duca. Valorosi, con l'accordo imbastito tra difesa (avvocato Francesco Crisi) e Procura (con i pm titolari del caso, Paolo Abbritti e Mario Formisano) se la potrebbe cavare con una sentenza di condanna a due anni con pena sospesa. L'ex direttore generale del Santa Maria della Misericordia invece, in caso di condanna, qualora il rito alternativo venisse ammesso, beneficerebbe della riduzione di un terzo della pena. Ieri mattina in aula, oltre ai legali dei due imputati, Francesco Crisi per Valorosi e Francesco Falcinelli per Emilio Duca, erano presenti altri tre avvocati che hanno annunciato la richiesta di costituzione di parte civile dell'azienda ospedaliera di Perugia, della Asl 1, e di un'associazione consumatori. I tre sono rappresentati rispettivamente dagli avvocati Fabio Pili del foro di Cagliari, Francesco Maresca del foro di Firenze - già noto per aver rappresentato la famiglia di Meredith Kercher negli infiniti processi - e Alessandra Bircolotti. Chi invece non si è fatto vivo, né ieri mattina, né per il processo a Gianpiero Bocci, è stata la Regione Umbria che, al momento, non sembrerebbe intenzionata a costituirsi parte civile nei procedimenti che riguardano l'ex segretario del Pd dell'Umbria e gli ex direttori del Santa Maria della Miserciordia. Almeno non con questa amministrazione. La prossima udienza - individuata ieri mattina a causa dell'astensione dei penalisti - è stata infatti fissata per il 5 dicembre, quando ci sarà una nuova giunta, che potrebbe anche scegliere di comportarsi diversamente. Come potrebbe fare quando arriverà l'udienza preliminare per la maggior parte degli indagati per cui l'inchiesta non è stata ancora chiusa, tra cui, probabilmente, anche la ex governatrice, Catiuscia Marini. Ai pm infatti mancano ancora le consulenze tecniche fatte eseguire cui cellulari e sui computer sequestrati agli indagati il giorno dell'esecuzione delle misure cautelari per poter tirare le somme dell'inchiesta che ha portato l'Umbria a elezioni anticipate. O anzi, della prima parte dell'inchiesta. Quella sui concorsi manipolati a piacimento degli indagati che hanno favorito illecitamente candidati di questo o quel politico facendo avere loro le tracce delle prove prima che venissero sostenute. L'altra tranche di indagine, quella relativa agli appalti da cui è partito tutto, è stata al momento accantonata, ma la finanza continua ad indagare. Intanto la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse i ricorsi di Duca e Valorosi, che, al contrario di Bocci e Pacchiarini non avevano rinunciato all'istanza. I ricorsi avrebbero potuto causare un pronunciamento dei Supremi giudici sull'associazione per delinquere che avrebbe blindato l'accusa.