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Il viaggio di Papa Francesco

Michele Cucuzza
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Non userà l'auto blindata il Papa in Egitto, ma 60 mila soldati saranno mobilitati nella sola area metropolitana del Cairo per il suo viaggio “pastorale, ecumenico, interreligioso”: programmata da tempo su invito della più importante università islamica sunnita, quella di Al Ahazar, la missione di Francesco si svolge a soli 19 giorni dai sanguinosi attentati di Tanta e Alessandria rivendicati dall'Isis e a pochi mesi dall'attacco altrettanto grave nella capitale, ugualmente destinato a colpire i cristiani ortodossi copti. Che paese vedrà il Pontefice? “C'è grande attesa. Nonostante il sangue versato e la tensione prevedibile, Francesco non troverà un paese diviso” riflette dal Cairo Neliana Tersigni, che da 13 anni racconta le vicende egiziane, prima per la Rai ora per Sky. “Si è diffuso spontaneamente da mesi” continua ‘un grande senso di solidarietà tra cristiani e musulmani che si chiedono stupiti: sono egiziani come noi, perché colpire i cristiani? Naturalmente questo non basta a ridimensionare l'esigenza di sicurezza e lo spiegamento di forze del regime. Abito di fronte al palazzo della Nunziatura apostolica che ospiterà il Papa: tutt'intorno già da giorni è proibito sostare; è facile immaginare che oggi e sabato la circolazione al Cairo resterà paralizzata. Da non perdere di vista, in ogni caso, la differenza sostanziale - palese in Egitto- tra la grande maggioranza musulmana pacifica e i gruppi islamisti che vogliono la teocrazia, applicando alla politica i dettami della loro religione, vista in maniera molto coercitiva. È vero che sono nati qui, negli anni '20, i 'Fratelli musulmani', il primo movimento integralista che ha successivamente influenzato e stimolato il terrorismo jihadista , ma è altrettanto certo che in Egitto le organizzazioni che compiono atti feroci vengono decisamente combattute dal regime, a cominciare dai gruppi armati che imperversano nel Sinai. Non c'è famiglia egiziana che non abbia avuto un morto o un ferito nella penisola . Questo è l'unico paese della regione con un forte senso dello stato, nelle élite come tra i contadini: nell'ideologia islamista esiste invece solo la umma, la comunità dei fedeli musulmani. Lo stato sovrano non esiste'. Senza dimenticare però che al-Sisi è diventato presidente in Egitto dopo aver rovesciato Mohamed Morsi del partito dei 'Fratelli musulmani' con un colpo di stato nel 2013: 'dopo però che Morsi si era arrogato tutti i poteri dello stato e le immunità. Milioni di persone erano scese in piazza per protesta chiedendo a gran voce l'intervento dell'esercito, che qui è visto come una grande istituzione popolare, formata dai coscritti di tutte le famiglie egiziane'. In Egitto c'è da sempre una vastissima comunità italiana, recentemente l'ENI ha scoperto nelle sue acque il più grande giacimento di gas del Mediterraneo: tuttavia il paese per noi oggi significa soprattutto Giulio Regeni. Il portavoce della Santa Sede, Greg Burke, ha detto che 'quando può, Francesco viene incontro a richieste per motivi umanitari, con la massima discrezione e in modo efficace'. ' Una vicenda molto dolorosa e complicata' valuta Tersigni, 'credo che finché non sarà rimandato in Egitto l'ambasciatore italiano sarà difficile venirne a capo. Capisco che Roma non voglia inviarlo al Cairo per fare pressione sul regime, ma se non c'è un capo delegazione che reclama la verità da qua, sarà ancora più difficile fare chiarezza sulla morte crudele di Giulio'.