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Tutte quelle omissioni su Trump

Sergio Casagrande
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Non relativizziamo, cioè non sdrammatizziamo i progetti annunciati e le decisioni già prese dal presidente americano Trump (dal blocco dei vistiagli immigrati musulmani al muro con il Messico, alla Nato, all'Europa, ndr). L'avvertimento arriva dal belga Herman Van Rompuy, ex presidente del Consiglio europeo. Gli ha fatto eco Béatrice Delvaux, editorialista di 'Le Soir', che ha scritto: 'non si può essere un po' d'accordo col nuovo presidente americano, o stare a vedere, o ritenere che magari non ha tutti i torti, rischiando di lasciare che il mostro si ingigantisca. Per scoprire - quando è ormai troppo tardi - che ci ha mangiati, insieme ai nostri valori, alla nostra democrazia e alla pace'. L'insistenza si spiega perché non manca, tra analisti e esponenti politici, chi non prende sul serio The Donald, che ci ha rapidamente abituati a disinvolti cambiamenti di giudizio (vedi il caso Cina con l'apertura a Taiwan subito rimangiata dopo le reazioni risentite di Pechino e, più di recente, l'incertezza sul futuro statuale arabo-palestinese) e perché corre già il rischio di un'inchiesta parlamentare per i contatti illeciti con i servizi russi del suo consigliere per la sicurezza Michael Flynn, costretto a dimettersi. In ogni caso gli ammonimenti di Van Rompuy e Delvaux dovrebbero riguardare anche altri leader sulla scena politica in particolare, dalle parti dell'Europa, la leader francese del Front national, Marine Le Pen, candidata alla Presidenza della Repubblica. Dopo aver annunciato che, se fosse all'Eliseo, gli ebrei francesi dovrebbero rinunciare alla doppia nazionalità, come gli altri extraeuropei, americani compresi (ma non i russi perché 'anche se non è una componente dell'Ue, la Russia fa parte dell'Europa delle nazioni'), non ha avuto difficoltà a 'consigliare' agli ebrei di Francia a non indossare la kippah in pubblico perché li esporrebbe al rischio di 'aggressioni'. Testuale. Aggiungendo che combattere l'estremismo islamico, 'richiede sacrifici da parte di tutti, uno sforzo unanime'. Come dire che per non 'provocare' i fanatici che compiono violenze e attentati invocando Allah sarebbe meglio evitare anche processioni e celebrazioni cristiane con l'esposizione della croce di Cristo. Ma questo Le Pen non l'ha suggerito. Uscite infelici che hanno suscitato reazioni allarmate nei social network e riaperto tutti gli interrogativi sul rinnovamento culturale del Front National, che pure aveva bandito le idee negazioniste del fondatore Jean Marie Le Pen , il padre di Marine, e che tre anni fa aveva giustificato la nascita della 'Ligue de défense juive'. 'Evidentemente un gran numero di ebrei si sente in pericolo' aveva detto Marine, 'sentono che in Francia si sta affermando un nuovo antisemitismo, cui noi siamo estranei' . E adesso? Relativizziamo anche i suoi nuovi inspiegabili consigli? Li consideriamo semplici sbandate propagandistiche? Colpisce che - tutte prese dalle proprie campagne elettorali più o meno esplicite - nessuna delle capitali europee abbia trovato il tempo di denunciare l'enunciazione di questi suggerimenti inaccettabili. Relativizzando. Rimanendo, in nome dell'opportunistico principio del farsi i fatti propri, ognuno con la testa sotto la sabbia di casa propria. Gli schieramenti politici non c'entrano, qui parliamo di valori fondamentali. 'In politica' ha detto Van Rompuy 'ogni parola è un atto '. Ma anche le omissioni. Michele Cucuzza