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L'Europa non è solo regole rigide

Michele Cucuzza
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Agli italiani in vacanza o al mercato non sarà sfuggita una certa penuria di vongole veraci nostrane, a tutto vantaggio di quelle importate soprattutto dalla Filippine e da altri paesi asiatici. E' la conseguenza di un regolamento europeo che stabilisce un diametro minimo di 25 millimetri perché i molluschi bivalve tipici della coste adriatiche possano essere raccolti, venduti e serviti a tavola. Peccato che le nostre vongole ormai si fermino quasi tutte a 22 mm. Motivo: la troppa acqua dolce che arriva sempre di più dai fiumi, i banchi di sabbia ridotti dalla continua erosione. Tolleranza zero per chi sgarra: 4 mila euro di multa per chi raccoglie le vongole sotto misura, chi le commercia, i ristoratori che ci condiscono gli spaghetti. Prevista anche una denuncia penale per danneggiamento ambientale. Mentre i biologi sperano che l'anomalia possa esaurirsi presto, i pescatori lanciano l'allarme: in tutto l'Adriatico sarebbero fermi ormai due terzi dei turbo soffianti che strappano dalla sabbia le nostre vongole, notoriamente le più tenere e saporite. Tutto ciò mentre l'UE vorrebbe sdoganare il latte in polvere (senza però renderlo obbligatorio) per la preparazione dei formaggi scatenando le proteste dei fattori e mentre crescono le preoccupazioni per le conseguenze del trattato per liberalizzare il commercio tra Europa e Stati Uniti (TTIP) che, abbattendo dazi doganali, restrizioni e controlli nel comparto agroalimentare per rendere più facili le esportazioni italiane e europee nel mercato americano e viceversa, potrebbe ridurre la qualità degli alimenti che troviamo al mercato. All'indomani del drammatico negoziato con la Grecia e dell'accordo al ribasso per il trasferimento di 35 mila richiedenti asilo da Italia e Grecia agli altri paesi dell'Unione, ce n'è abbastanza perché i dubbi e la sfiducia su questa Europa crescano. Libero ognuno di pensarla come crede: senza dimenticare però che la comunità è già altro, molto altro. A parte Schengen, l'area europea senza passaporti, l'innovazione digitale con reti veloci di comunicazione, per la quale l'UE offre opportunità e fondi, è considerata uno dei volani più importanti per la crescita economica, anche se purtroppo l'Italia è ancora fortemente in ritardo (l'inglese Nesta non colloca nessuna città italiana tra le 40 metropoli più innovative del mondo). Erasmus, il famoso programma europeo di scambio scolastico, adesso ha anche corsi di specializzazione professionale all'estero. Le agenzie comunitarie superano ormai la trentina, si occupano di tutto, sicurezza alimentare (a Parma), scienze, tecnica, ambiente, droghe: sono l'Europa decentrata che rafforza il funzionamento del mercato unico. Le direttive dell'Unione in materia di sicurezza e salute sul lavoro sono numerose e dettagliate: intanto si studia un possibile welfare europeo. Anche sui diritti civili e i problemi sociali l'Europa è già molto presente: raccomanda ad esempio ai governi di fissare risorse per coprire i bisogni essenziali per il rispetto della dignità umana (qualcuno vi ha riconosciuto il 'reddito di cittadinanza'). In attesa di un diritto europeo di famiglia, il divorzio breve ha allineato l'Italia a gran parte dell'Unione. Solo pochi giorni fa la corte di Strasburgo ha condannato l'Italia per il mancato riconoscimento legale delle coppie omosessuali. Senza dimenticare infine l'Europa come potrebbe essere: una confederazione che avesse messo insieme bilanci, finanza, energia, lavoro, non avrebbe mai affrontato così un 'caso Grecia' . Lo stesso presidente Mattarella, insediandosi, ha invocato il rilancio della prospettiva di una vera unione politica (dalla crescita economica alla lotta al terrorismo, all'immigrazione, solo se si è uniti si vince nella società globale). Ma per arrivare a questo occorrono leader con ottica europea e non più soltanto nazionale: orizzonti futuribili, speriamo non utopistici, ben al di là di certi regolamenti discutibili. [email protected]