
L'orgoglio di essere un esempio

La riflessione che vorrei fare oggi riguarda il ruolo che ciascuno di noi può avere nella crescita dei propri figli o in generale dei giovani con cui veniamo a contatto. Io sono un padre e non ho mai negato che mia figlia sia stata, nei momenti più bui della malattia, l'ancora di salvezza e la ragione per cui ho deciso di non mollare. E' per lei che ho deciso di continuare a combattere, perché vedesse in me l'esempio di chi fino alla fine ci prova con tutta la forza che ha. Oggi, nel corso degli incontri che tengo in giro per l'Italia ho davanti a me tanti giovani, studenti o atleti, e ogni volta mi emoziona vedere la loro reazione al mio racconto. Sembrano quasi increduli e meravigliati che io ce l'abbia fatta, poi è chiaro che nel mio caso la componente sportiva ha un grosso impatto, sapere che neanche dopo due anni dalla diagnosi della malattia ho giocato e vinto la finale scudetto ha un effetto strabiliante ai loro occhi. La grande empatia che si instaura in quei momenti coinvolge sia chi mi ha conosciuto come giocatore di pallavolo ma anche chi, vedendomi, rivive esperienze passate. Mi capita di vedere tanti occhi ludici e sguardi rivolti verso l'alto di chi purtroppo ha perso persone care strappate alla vita dal cancro o da altri tipi di patologie. Questi ragazzi hanno già i loro eroi e sanno che ora li stanno proteggendo. Dopo questi incontri ricevo tantissimi messaggi sapete?! Sono inondando di “selfie” e di ringraziamenti che mi riempiono il cuore: “sei un grande, sei il mio idolo” mi dicono, e mi sento sempre in imbarazzo, credo che non mi abituerò mai a tutto questo affetto, ma al di là di tutto io spero sempre che le mie parole, il mio “forza e coraggio” diventino come un post-it sulla lavagna della loro vita. Quando si diventa un riferimento per qualcuno, aumentano anche le responsabilità che questo ruolo comporta, perché non c'è niente di peggio che rompere quel rapporto di fiducia e ammirazione che si crea con chi ti segue e ti sostiene. E' un insegnamento che ho sempre portato a mente, fin quando ho iniziato a giocare da professionista, perché li vedevo quegli occhi a bordo campo che erano ansiosi di vedermi giocare bene, ma volevano anche che Giacomo, non il palleggiatore Sintini, fosse per loro un amico e un ragazzo con cui scambiare qualche parola. Nella pallavolo questo rapporto di vicinanza con i tifosi è una regola e non l'eccezione: le nostre palestre sono sempre aperte e a fine gara l'invasione di campo da parte dei tifosi è un momento immancabile, che si vinca o che si perda. Ho firmato autografi a chiunque me lo abbia chiesto, ho sorriso e fatto foto con chi pochi istanti prima sperava che palleggiassi in tribuna, perché quando cade l'ultimo pallone e la partita finisce noi giocatori torniamo ad essere ragazzi come gli altri, e ci sentiamo gratificati nel vedere quante persone sono lì per noi e sono disposte a fare centinaia di chilometri per venirci a vedere. Io ho cercato di non tradire mai questo rapporto, ho sempre cercato di dare il meglio di me, in campo e fuori, non ho mai avuto eccessi, anche se durante la partita potevo accendermi per qualche pallone. Ora che passo più tempo fuori dal campo incontro comunque giovani desiderosi di confrontarsi con me e quando leggo l'ammirazione nei loro sguardi mi impegno perché conservino quell'immagine positiva, altrimenti le mie parole sarebbero vane e andrebbero perse. Il racconto della mia vita e di come ho superato la battaglia contro il cancro sta diventando un percorso di formazione che sono felice di portare ovunque sono chiamato perché, e questa è la cosa che più mi gratifica alla fine di ogni incontro, ricevo molti contatti da parte di genitori che mi ringraziano per aver aperto un varco nelle emozioni dei loro figli, perché li hanno visti più consapevoli delle difficoltà che la vita può presentare e li vedono riflettere sul loro atteggiamento verso la famiglia o gli amici. Come ogni genitore provo ad essere d' esempio per mia figlia e per la mia famiglia anche nelle più piccole cose, no sempre ci riesco ma mi do da fare :-). Come sportivo provo a darmi nuovi traguardi da raggiungere in modo che chi continua a sostenermi possa continuare a vedere in me un atleta vincente. [email protected]