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Via libera della Turchia, Svezia e Finlandia nella Nato. La Russia: "Non ci fermeremo"

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La guerra in Ucraina giunge al 126esimo giorno senza che di fatto s’intraveda una concreta soluzione diplomatica al conflitto. La tensione tra Russia e paesi occidentali è al contrario destinata ad aumentare ulteriormente in seguito al via libera di Ankara all’ingresso di Finlandia e Svezia nell’Alleanza Atlantica, che Mosca vede come il fumo negli occhi. Proprio la crisi ucraina sarà al centro del vertice Nato a Madrid di oggi, dove più di 40 capi di stato e di governo si riuniranno per discutere del futuro dell’Alleanza. "Il vertice di Madrid sarà un vertice cruciale" per il futuro della Nato, ha affermato il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg. Da parte sua, Mosca ribadisce che nonostante le mosse dell’Occidente, "l’operazione specialecontinuerà fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Ad affermarlo, nella notte italiana, il primo vice rappresentante della Russia presso le Nazioni Unite, Dmitry Polyansky, in una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.

 

 

Ieri sera l’accordo tra Turchia, Svezia e Finlandia era arrivato inaspettato, proprio mentre i leader erano alla cena di gala al Palazzo Reale. Fino a poche ore prima il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, si era detto fiducioso ma non si sentiva di fare promesse. In mattinata Erdogan chiedeva ancora "fatti e non parole vuote". Dopo un lungo incontro a margine del summit tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il presidente finlandese Sauli Niinisto, la premier svedese Magdalena Andersson e il segretario generale della Nato, il governo di Ankara ha deciso di togliere il suo veto e i due paesi del Nord potranno ora entrare nella Nato. I tre paesi hanno firmato un memorandum d’intesa con cui si impegnano a sostenersi a vicenda contro le reciproche minacce alla sicurezza. "Quando diventeremo alleati della Nato, questo impegno sarà ulteriormente rafforzato", ha sottolineato il presidente della Finlandia Niinisto.

 

 

Soddisfatto il segretario generale che ha fatto da mediatore nelle lunghe trattative e sposato le preoccupazioni di Ankara. "Nessun altro alleato ha sofferto attacchi più brutali che la Turchia, compresi quelli del Pkk", ha rimarcato Stoltenberg. Erdogan aveva critico l’approccio lassista di Svezia e Finlandia nei confronti di gruppi che Ankara considera minacce alla sicurezza nazionale, incluso il Partito dei lavoratori del Kurdistan, o Pkk, e la sua estensione siriana (Ypg). La Turchia ha chiesto alla Finlandia e alla Svezia di estradare le persone ricercate e di revocare le restrizioni sulle armi imposte dopo l’incursione militare della Turchia nel 2019 nel nord-est della Siria. Ora i tre paesi "hanno concordato di rafforzare la collaborazione sull’anti-terrorismo». Svezia e Finlandia «prenderanno misure sulla legislazione nazionale" ed esamineranno le richieste di estradizione "secondo la Convenzione europea sull’estradizione".