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Usa, video shock: uomo arrestato muore come George Floyd

Christian Campigli
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Un nuovo episodio di una violenza cieca e priva di qualsiasi tipo di giustificazione. Che, Oltreoceano, ha già riacceso una polemica in realtà mai sopita. Quella sugli agenti di polizia e sui loro metodi di perquisizione, considerati da molti cittadini fuori dal tempo e dalla realtà. Spunta un nuovo video shock negli Stati Uniti sulla brutalità delle forze dell'ordine. Un caso, almeno da una prima analisi, del tutto analogo a quello di George Floyd, ma anteriore di due mesi. La vittima è Edward Bronstein, un bianco di trentotto anni, fermato per un controllo stradale in California.

 

 

È il 31 marzo del 2020 e gli agenti, convinti che l'uomo abbia assunto droga, lo mettono in ginocchio su un tappeto e lo ammanettano. Il trentottenne non si ribella, chiede solo “perché devo farlo”. Nel video si sente un agente che gli risponde: “Siediti e fornisci il braccio. Questa è la tua ultima opportunità. Altrimenti andrai a faccia in giù sul tappeto e procederemo noi”. Passano alcuni secondi e non arriva alcuna risposta. In un attimo l'uomo viene scaraventato con violenza a terra. Bronstein inizia a gridare: “Ok, lo faccio, lo faccio”. Ma, nonostante queste parole, un poliziotto gli mette un ginocchio sul collo. “Non riesco a respirare”. Continua a ripetere le stesse parole di Floyd, “I cant' breathe”, prima di perdere conoscenza per tre minuti e morire. Dalle immagini si evince che i rappresentanti della legge avrebbero continuato nel tentativo di prelevare il sangue anche dopo che Bronstein aveva perso conoscenza. Gli uomini in divisa si accorgono che manca il battito solo dopo oltre dieci minuti dall'ultimo gemito del trentottenne. A quel punto tentano di rianimarlo, con un massaggio cardiaco. Ma non c'è più nulla da fare: è morto.

 

 

Da quanto si apprende dai principali quotidiani a stelle e strisce, la famiglia della vittima avrebbe presentato, tramite il proprio legale, una denuncia. E avrebbe fatto causa allo Stato della California, alla stazione di polizia di Altadena e contro ogni singolo agente che era presente all'atto della perquisizione. Per uso eccessivo della forza e violazione dei diritti civili. Tra i numerosi aspetti che i giudici dovranno analizzare e chiarire, ci sono anche i risultati dell'autopsia. I medici hanno scritto nel referto che Bronstein sarebbe morto per “intossicazione acuta di metanfetamine durante l’arresto”. Una tesi che, almeno ad una prima lettura, sembra essere lontana anni luce dalla realtà mostrata in un video che lascia, onestamente, sgomenti. E senza parole. Un episodio gravissimo. Che rischia di riaccendere una polemica mai sopita. Di scatenare una nuova, imprevedibile protesta. E di incendiare le mille strade della California.