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Francia, svolta nella procreazione assistita: possibile anche per lesbiche e single

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Svolta in Francia sulla procreazione assistita. Tutte le donne avranno accesso in Francia alla procreazione medicalmente assistita (Pma), anche single e lesbiche. Dopo due anni di dibattito infuocato, la legge è arrivata all’Assemblea nazionale dove la sua approvazione definitiva appare assicurata grazie all’appoggio del partito La republique en marche del presidente Emmanuel Macron. La nuova legge, ribattezzata "Pma per tutte", contiene anche un’altra novità, la possibilità per i figli maggiori di diciotto anni di conoscere l’identità di chi ha donato lo sperma o gli ovociti. In questo caso non verrà comunque legalmente riconosciuto nessun legame di filiazione con il donatore.

 

 

Fino ad oggi limitate alle coppie eterosessuali con problemi di fertilità, anche solo conviventi, le Pma sono diventate ormai una realtà importante in Francia: nel 2018, riporta Le Monde, rappresentavano infatti il 3,4% delle nascite. La nuova legge apre dunque a questa possibilità a tutte le donne, ma mantiene una serie di paletti, come l’età massima di 43 anni e un percorso che passa attraverso diversi colloqui con i medici e un periodo di riflessione di uno o due mesi a seconda delle tecniche da adottare. 

 

 

Finora le donne single o le coppie lesbiche andavano in Belgio o in Spagna per la Pma, un percorso scelto da almeno 2400 persone l’anno, secondo un’inchiesta pubblicata nel 2020 dal quotidiano cattolico la Croix. Ora sarà possibile farlo in Francia in seno alla sanità pubblica. Per quanto riguarda le coppie lesbiche, sarà necessaria invece una dichiarazione delle due donne davanti al notaio durante le gravidanza perché entrambe vengano riconosciute come mamme del nascituro. Attualmente, dopo l’adozione del matrimonio per tutti nel 2013, la compagna della donna che ha partorito può far richiesta di adozione del bambino. Ma si tratta di un percorso giuridico lungo che non sempre arriva a buon fine. Svolta importante quindi sui diritti civili, mentre in Italia ancora il Ddl Zan è incatenato in Parlamento.